Il 10 aprile 1992 è ancora vivo nella mente di chi, quel giorno, vide la propria casa e le vie attorno inondate dall’alluvione del fiume Tronto a Porto d'Ascoli e San Benedetto del Tronto.

In quel giorno caddero ben 370 mm di pioggia in 24 ore e l’acqua raggiunse via Mare e la rotonda di Porto d’Ascoli. Lungo la strada statale Adriatica, l'acqua raggiunse i due metri di altezza: un fatto analogo non si ricordava dall'aprile del 1959.

L'esondazione del fiume Tronto causò milioni di euro di danni a strade, infrastrutture, fabbriche, abitazioni private e tanta disperazione per i cittadini che videro andare sott'acqua i loro risparmi, i loro valori, i loro progetti, le loro attività. Molte ditte furono costrette ad interrompere per lunghi periodi di tempo le proprie produzioni. Particolarmente danneggiata fu la fabbrica di elicotteri della Breda-Nardi, a Centobuchi di Monteprandone, dove i 200 dipendenti erano stati fatti evacuare.

L’alluvione è una ferita ancora aperta nel cuore della popolazione dei quartieri Agraria, Sentina e Porto d’Ascoli che, per le conseguenze provocate alle case e all’economia del territorio, ne hanno risentito successivamente per molti anni.