Il 14 giugno 1944, in Contrada Lava, ad Offida, furono fucilati Luciano, Antonio e Cesare Gabrielli, tutti e tre figli di Nazzareno Gabrielli e Marchetti Maria, famiglia sambenedettese rifugiata nelle campagne per sfuggire ai bombardamenti ai quali era sottoposta la cittadina rivierasca.

Luciano lavorava presso la stazione ferroviaria di Porto d’Ascoli, Antonio era muratore e Cesare presso la fornace di Ragnola. I tre fratelli Gabrielli, dopo l'8 settembre, aiutarono come poterono i prigionieri fuggiti e i partigiani della zona. In questa infausta data, durante la ritirata, le truppe tedesche provenienti da Castel di Lama si fermarono a Offida, cercando rifugio nelle case di
campagna, pretendendo vitto, alloggio e generi alimentari. Alcuni soldati entrarono anche nella casa dei Gabrielli, proprio mentre Luciano stava cercando di nascondere due bombe a mano che avrebbe dovuto consegnare ai partigiani. Visto ciò furono prelevati e in serata furono barbaramente uccisi con raffiche di mitra.

In loro ricordo, ad Offida sulla strada provinciale 15 è stato posizionato un cippo con scritti i loro nomi e la frase: “Trucidati dalla barbarie nazista ascendemmo alla gloria”.