La comunità sambenedettese è in lutto per la scomparsa di Domenico Nico, uno degli ultimi testimoni della grande epopea dei “fenare".

Gnorma', soprannome ricevuto da giovane, era uno degli ultimi funai in città, classe '29 erede di un'arte tramandata da padre in figlio caratterizzata della fatica e del sacrificio di tanti uomini, donne, bambini per una sopravvivenza quotidiana niente affatto scontata, soprattutto nella prima metà del novecento in riviera.

Per chi ha avuto l'occasione di farsi raccontare le innumerevoli esperienze vissute non può dimenticare l'episodio del 15 marzo 1944. La casa dove viveva con la famiglia in via Legnago venne distrutta sotto lo scoppio di una bomba durante la guerra. Nessuno poté aiutarli, ma la provvidenza volle che il padre aveva ancora un piccolo magazzino in via Fiume, da dove ricominciarono la loro tortuosa vita, segnata anche dal successivo problematico cambio del materiale per funi dalla canapa alle fibre sintetiche.

Lo ricorderemo sempre per l'entusiasmo e la passione che impiegava nell’organizzazione di iniziative nel giorno del 3 di febbraio dedicato a San Biagio, patrono della sua categoria.