Si è spento ad Ascoli Carlo Vittori, l'uomo che scrisse pagine indimenticabili dell'atletica italiana.

Innovazione, rigore, metodo, queste le armi che gli permisero di toccare l'apice negli anni '70, quando prese in mano il talento di un certo Pietro Mennea, portandolo al massimo trionfo sportivo.

Carlo non sarà ricordato solo come allenatore, bensì fu anche velocista in gioventù fino a vestire l'azzurro alle olimpiadi di Helsinki '52. Un altro suo orgoglio era rappresentato dalla scuola di atletica di Formia, la sua seconda casa, che aveva regalato alla velocità italiana ben 46 medaglie.

Era così legato all'atletica da rimanerne più volte profondamente ferito, specie quando questo sport è stato infangato dagli scandali del doping. Con disincanto non si riconosceva più in questo mondo, ricordando con nostalgia atleti come Pietro Mennea, ma con uno sguardo critico anche al presente. Recentemente dichiarò, infatti, di "fidarsi solo di Bolt".

Che l'affetto dei quanti ti hanno stimato ed amato, come tecnico e come persona, possa accompagnarti in questa tua ultima corsa.

Addio Professore, salutaci Pietro.