Oggi 17 anni fa ci lasciava Franco Cagnetta, noto icnologo, antropologo ed etnologo italiano.

Nato a Bari il 13 aprile 1926, dagli inizi degli anni cinquanta strinse un forte legame con la Sardegna, dove iniziò la parte centrale della sua attività da quando fece delle ricerche sul campo nel paese di Orgosolo, pubblicate col titolo “Inchiesta su Orgosolo”. Questo studio è stato un primo contributo a un nascente movimento culturale che sollevava le tradizionali e modeste ricerche di folclore e tradizione popolare al livello di interpretazione antropologica.

Cresciuto in una famiglia di medici chirurghi da più generazioni, Cagnetta frequentò già da adolescente gli intellettuali della Bari antifascista. A soli diciassette anni, il 30 aprile 1943, venne arrestato con l'imputazione di sovversione per aver distribuito volantini di "propaganda libertaria".

Si lauerò nel 1947 con una tesi su Marx, di cui più avanti curò la pubblicazione in lingua italiana delle opere. Pubblicò diversi studi critici sulle riviste Rinascita, Società e Nuovi Argomenti, nello stesso periodo fu anche condirettore della rivista Il costume politico e letterario, e insieme a Diego Carpitella fondò il Centro Etnologico Italiano.

Un uomo dalla grande apertura mentale e dall’acuto intelletto che ha saputo regalarci opere come “Banditi a Orgosolo” e “I teatri delle Vanità”, occupandosi anche di psicologia e disturbo mentale con “Nascita della fotografia psichiatrica”. Bari non dimenticherà mai questo grande pensatore e porterà sempre il suo ricordo e i suoi ideali con sé.