13 anni fa Bergamo dava il suo sentito addio a Giambattista Pasinetti, da tutti conosciuto come Titta, brillante giornalista e geniale scrittore bergamasco morto prematuramente all’età di 50 anni.
Titta aveva uno spirito fatto apposta per il giornalismo: non si limitava a raccogliere notizie per riempire i suoi articoli, lui voleva che le parole che scriveva si meritassero quello spazio, e quindi andava ad indagare sempre più a fondo, a fare domande scomode e a tormentarsi finché non riusciva a raggiungere la verità.
Ha lavorato al Giornale di Bergamo, al Gazzettino di Venezia e a Il Giornale, scrivendo di sport, cronaca, festival, costume, doping e altro ancora. Un giornalista atipico che però incarnava più di tutti l’essenza del giornalista. Era curiosissimo, come tutti i più grandi, e aveva un animo quasi da elfo shakespeariano, poteva infilarsi ovunque, arrivare sulla notizia per primo e poi scomparire come se nulla fosse. Si innamorava di ciò che scriveva e cercava, qualunque genere fosse.
L’allegria e la leggerezza con cui era solito vivere si trasformarono in coraggio e forza di volontà alla scoperta della malattia, lottando ancora con e per gli altri, in particolare per coloro che non avevano voce ed erano sconfitti dalle problematiche della burocrazia sanitaria.
Bergamo non dimenticherà mai questo giornalista ribelle dai toni vivaci e appassionati, il ricordo di Titta continuerà a vivere nelle tante persone a cui ha illuminato la vita nel corso degli anni, e il suo spirito continuerà ad ispirare negli anni tanti altri sognatori come lui.
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