La comunità di Bergamo si stringe nel ricordo del caporal maggiore Giovanni Grassi, uno degli ultimi sopravvissuti all’eccidio di Cefalonia, una memoria storica la cui dipartita addolora tutta la città.

Giovanni aveva ben 97 anni e abitava in una villetta verso la zona collinare del paese, in compagnia della figlia Lisetta. In quell’8 settembre del 1943, giorno in cui fu annunciato l’armistizio che sanciva la fine delle ostilità tra l’Italia e gli anglo-americani, lui era uno dei 12 mila soldati della divisione Acqui. Nato nel gennaio del 1920, era partito per il servizio militare il 9 marzo del 1940 a 20 anni, ancora molto giovane. Originario di Pesaro, si era poi trasferito a Bergamo per motivi di lavoro nel 1961. Per oltre vent’anni ha fatto parte del Gruppo Alpini del paese: “Insieme portavamo la sua testimonianza nelle scuole – ricorda Giuseppe Del Prato, presidente dell’Associazione -. I bambini lo ascoltavano sempre in silenzio, avevano la pelle d’oca. Per loro credo sia stato come toccare la storia. Un privilegio che non è riservato a tutti”.

Giovanni è stato un uomo che ha dato tanto sia all’Italia del passato che a quella del futuro, non fermandosi mai nel raccontare la sua storia e portando sempre saggezza e lucidità con lui. La comunità non si dimenticherà mai di lui e della sua vita, rimarrà per sempre una fonte di ispirazione illuminata dalla memoria della città.