Il 14 aprile del 2002 Bergamo e lo sci italiano piangevano uno dei suoi personaggi più celebri: Fausto Radici, allora 49enne.

Sulle piste era conosciuto come “Il cittadino”, per le sue origini altolocate e per il suo fare educato e timido. Fausto era introverso, ma sulla neve era un leone. Da piccolo perse un occhio per una malattia, ma la sua incredibile tenacia lo spinse a superare quel limite e a non temere nessuno fra i paletti.

Uscito dalla scena sportiva, lo aspettava un'azienda gloriosa da portare avanti. Ma poi la qualcosa non andò. In pochi sanno la verità, forse nessuno.

Quel che rimase di quel giorno fu un boato nella notte. Nessun saluto, nessun biglietto. Eppure Fausto era molto di più. Era un uomo che adorava le sue origini, quel suo essere di Leffe, terra di gente onesta e laboriosa, dal cuore generoso e fedele alle tradizioni, ai valori della famiglia, dell'amicizia e del lavoro.

Fausto era una persona perbene, e il suo rimarrà intatto nei cuori dei quanti hanno avuto l'onore di conoscerlo.