Tutta la comunità bergamasca è in lutto per il drammatico scontro ferroviario in Puglia, una tragedia in cui ha perso la vita Salvatore Di Costanzo, 56 anni, partito martedì da Orio per arrivare a Bari per impegni lavorativi, incontrando così un destino triste e ingiusto.

Salvatore era un uomo buono, gentile e appassionato in tutto ciò che faceva. Lavorava come agente di commercio, ma era molto conosciuto e apprezzato nella bergamasca perché da tempo si impegnava come allenatore nel calcio provinciale. Nella stagione passata aveva fatto da mister per la Verdellinese dopo aver raccolto successi con il Brusaporto e la Stezzanese. Un talento che si era fatto notare anche all’estero, allenando la squadra dell’Ungheni, seconda divisione moldava, e che la prossima stagione si sarebbe dovuto occupare dei giovani di Casazza. Tutti nel mondo del calcio bergamasco lo apprezzavano, perché prima di essere un allenatore era solo “un amico” della squadra, mai interessato solo al risultato e sempre con l’obbiettivo di far crescere e lasciare qualcosa ai ragazzi.

Una persona accorta, un uomo logico, razionale, ironico e spiritoso che sapeva lasciarsi andare e farsi coinvolgere dalle proprie emozioni. Amava la sua famiglia e apprezzava le piccole cose quotidiane, credeva fermamente nei suoi valori morali e sapeva che la tenacia, la forza di volontà e il non arrendersi mai erano essenziali nella vita come nello sport.

La comunità bergamasca vuole ispirarsi a lui, essere forte e tenace, e stringersi attorno a famiglia ed amici. Per fargli capire che non saranno soli nel loro dolore, e che la forza per non arrendersi verrà da ogni persona che ha avuto la fortuna di conoscere Salvatore, e che ne porterà nel cuore il ricordo.