Febbraio e Marzo 1943 rappresentano per la storia e la città di Cagliari un bimestre colmo di sofferenza e grande paura. Lasciatisi alle spalle i bombardamenti del 17 e 28 febbraio, e le morti e la distruzione che questi causarono, a marzo sembrava che i cagliaritani potessero tirare un lieve sospiro di sollievo.
Sembrava perciò giunto un periodo di tregua, dove gli abitanti del capoluogo – ormai sconvolti dalla terribile tragedia che aveva portato soltanto morte e distruzione – cercavano di rimettere insieme i pezzi delle loro vite e della loro città, nonostante incombesse su di loro la costante paura di una nuova incursione. Quest'ultima purtroppo non tardò ad arrivare, e fu così che il 31 marzo, durante un pomeriggio di sole e caldo primaverile, l'ennesima formazione composta da massicci caccia anglo-americani piombò nuovamente sui cieli cagliaritani, prendendo di mira il porto e gli aeroporti e distruggendo molte navi e tantissimi aerei rendendoli inutilizzabili.
Le numerose vittime si concentrarono soprattutto a Monserrato: il piccolo paese fu infatti straziato dalle bombe e decine e decine di di monserratini morirono sotto quel drammatico spezzonamento. I tragici fatti di quella giornata sono più vivi che mai a 73 anni di distanza, e continuano perpetui a riecheggiare nella memoria degli abitanti di Monserrato e di Cagliari tutta.
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