Il 19 giugno 1944 si verificò un tragico episodio di violenza che la memoria popolare ricorda come “l’eccidio dei fratelli Fortuna”.
Nei giorni precedenti, con il ripiegamento nazifascista verso Nord, la zona di Caldarette Ete divenne punto di passaggio centrale per le truppe tedesche.
Mentre un loro reparto stava minando il ponte che collega Fermo con i paesi, i partigiani della zona intervennerero con una rappresaglia sparando contro di loro qualche colpo di mitragliatrice e scatenando di lì a poco un inferno.
Alla ricerca dei partigiani autori dell'attacco, i soldati tedeschi si diressero verso le case lì vicino. In una di queste abitava la famiglia Fortuna, in quel momento intenta nel fare la colazione. Senza spiegazioni e in modo repentino prelevarono i due uomini presenti: i fratelli Giuseppe e Luigi Fortuna, erroneamente ritenuti partigiani. Furono costretti a uscire fuori casa per poi essere barbaramente crivellati di colpi di arma da fuoco. I corpi dei due fratelli Fortuna rimasero per tutta la giornata sul ciglio della strada perché nessuno ebbe il coraggio di spostarli.
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