Due anni fa il Friuli occidentale perdeva un giurista di alto valore. Se ne andava, dopo una lunga malattia, all’età di 91 anni, il dottor Carlo Riccio Cobucci, magistrato e presidente del tribunale di Pordenone.

Nato a Napoli, giunse a Pordenone il 13 aprile 1953 e, dopo il tirocinio, gli furono conferite le funzioni di giudice istruttore civile e penale, partecipando alle udienze collegiali e attendendo al disbrigo delle procedure fallimentari. Dopo gli esami per la conferma in carriera, fu nominato aggiunto giudiziario e inviato alla Pretura. Promosso ai gradi superiori, svolse la carriera in magistratura senza mai lasciare Pordenone, che amò almeno tanto quanto la sua città natale. Nelle vesti di presidente del tibunale portò un miglioramento dell'intero funzionamento degli uffici, aumentando il numero di magistrati e nominando un giudice unico alle procedure fallimentari.

Una carriera brillante di oltre quarant'anni che non lo spinse, però, a trascurare la sua famiglia e il suo impegno civile. In ambito culturale e sociale concorse, ad esempio, alla costituzione della della sezione dei Giuristi cattolici a Pordenone, nonché a varie iniziative di promozione umana e spirituale, partecipanto a molte attività nella parrocchia San Giorgio.

Una volta in pensione, il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro gli conferì l’onorificenza di Grande ufficiale dello Stato e il titolo di primo presidente onorario aggiunto alla Corte suprema di Cassazione.

Quel giorno di due anni fa Pordenone perse un punto di riferimento assoluto, ma il suo ricordo è e resterà vivo in tutti coloro che ne portano avanti l'esempio.