Era il 17 marzo 1949 quando rimaneva ucciso Luigi Trastulli, fresatore delle acciaierie.
Aveva solamente 21 anni, ma tre colpi d’arma da fuoco gli impedirono di continuare a vivere la propria vita insieme alla moglie e al suo bambino in tenera età.
L’uccisione di Luigi Trastulli segna di nero una pagina drammatica della storia ternana: erano gli anni in cui si dibatteva sull’adesione italiana al Patto Atlantico (alla Nato), ma le sinistre si opponevano duramente. Per questo avevano promosso delle manifestazioni in tutto il paese, e a Terni l’appuntamento prestabilito era alle 10.30 a piazza del Popolo (oggi piazza della Repubblica).
Anche gli operai delle acciaierie di Terni uscirono da lavoro per recarsi alla manifestazione, ma percorsero nemmeno 300 metri quando arrivò la polizia sostenendo che il corteo non fosse autorizzato. Da qui nacque il caos: tra manganellate e colpi di pistola, il bilancio drammatico fu di sette feriti e un morto. Si trattava proprio del giovane Trastulli, venuto a mancare dopo nemmeno 8 minuti. In nessun’altra parte d’Italia, dove si tennero manifestazione analoghe, successe un così grave episodio.
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