Giranno pe’ Terni – a chi in macchina non è mai capitato di farsi un giro vicino allo stadio, passando magari da via Gioacchino Belli? Ebbene non tutti sanno che, seppur di origini romane, il Belli ebbe con la nostra città un legame talmente stretto da dedicargli alcuni sonetti. Inoltre, nell’angolo che sporge a sinistra nell’odierna via Garibaldi, è possibile ancora oggi vedere il palazzetto che ospitò Gioacchino. Al piano stradale aveva invece sede l’Osteria del Giglio.

Giuseppe Francesco Antonio Maria Gioacchino Raimondo Belli – questo il nome completo – fu un poeta italiano che nacque a Roma il 1791 e scomparve nel 1863.
Dopo aver condotto una vita dura e misera per via della morte del padre (avvenuta nel 1802) Gioacchino nel 1816 si sposa con la ternana "Mariuccia" Maria Conti, vedova del conte Giulio Pichi e che abitava in via Fratini. I due si trasferiranno ben presto nella capitale, ma il poeta manterrà con Terni un legame strettissimo.

Tant’è vero che, quando monsignor Tizzani venne eletto vescovo di Terni, per celebrare l’evento Gioacchino gli dedicò due sonetti. Proprio in uno di questi, il Belli esprime con ironia la venuta a Terni di tante persone interessate ad ammirare la cascata delle Marmore, da lui descritta come “un po’ d’acquaccia che viè giù dar monte”. Celebre fu la risposta del poeta vernacolare ternano Furio Miselli, altrettanto ironica: “…Se Marmore ‘n gni desse ‘na ‘ngozzata, Tevere che saria? ‘Na pisciatella…