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  • Terni - 11/02/2016

    Da ieri, mercoledì d...

    Da ieri, mercoledì delle ceneri, è entrato ufficialmente il periodo della Quaresima e per prepararci al meglio vogliamo ricordare alcune delle tradizioni culinarie più sentite del nostro territorio, a cui siamo stati abituati dai nostri genitori fin da piccolissimi. Stiamo parlando di quelle ricette tramandate di famiglia in famiglia, ognuna con la propria tradizione e con qualche ingrediente in più o in meno, immancabili nelle nostre tavole di questi giorni.

    Partiamo dalla "Pizza di Pasqua", o più semplicemente dalla "Pizza di formaggio" dal nome del suo ingrediente principale. E' ancora particolarmente vivido il ricordo di mia nonna che, con le mani in pasta, sbatteva energicamente l'impasto sul tavolo della cucina. Per la preparazione occorrono infatti tante ore per far lievitare il composto (fatto anticamente con il lievito madre) e soprattutto tantissima energia. Ma ne vale tutt'ora la pena: il risultato è infatti una soffice e alta pizza di formaggio, che come da tradizione a Terni viene mangiata la mattina di Pasqua con il salume per eccellenza: il capocollo.

    Di questa ricetta ne esiste anche la variante dolce, chiamata semplicemente "Pizza dolce di Pasqua". La tradizione vuole che venga fatta con i semi d'anice, con "u'liquore" (da intendersi, con il liquore che preferisce la cuoca) e con la buccia di arancia e limone grattugiata. Seppur dolce, anche questa pizza veniva mangiata dai nostri antenati accompagnata da salumi, o molto spesso da uova bollite.

    L'ultima ricetta tipicamente ternana arriva da una tradizione più popolare, campagnola, di quando i nostri nonni dopo una giornata di duro lavoro riportavano a casa le erbe coltivate nei campi. Con quello che trovavano - dall'erba amara al prezzemolo, o dagli asparagi alla mentuccia - veniva preparata la cosiddetta "frittata pasqualina". Ovviamente più ingredienti c'erano, più la frittata veniva appetitosa.

  • Terni - 10/02/2016

    Era il 10 febbraio 1...

    Era il 10 febbraio 1965 quando Gian Lupo Osti venne nominato nuovo direttore generale alla guida della "Terni". Già in precedenza Osti aveva ricoperto incarichi simili, lavorando all' "Italsider", alla "Finsider" e alla "Cornigliano".

    Ma nel 1975 decise di lasciare l'incarico alla "Terni" e di ricominciare da capo, dedicandosi alla sua passione di sempre: il giardinaggio. In breve tempo, Osti passò dall'essere amministratore delegato della "Terni" all'essere uno dei più importanti esperti al mondo nella coltura di peonie.
    Per seguire i suoi sogni arrivò fino in Cina alla ricerca di nuove specie da piantare, toccando anche il Vietnam e il Tibet.

    Oggi lo ricordiamo per aver portato una ventata di aria nuova alla "Terni", introducendo i primi provvedimenti per diminuire l'inquinamento prodotto dalla fabbrica, eliminando i dossier riguardanti eventuali appartenenze politiche dei dipendenti, accrescendo la sensibilità culturale. Provò anche con la produzione dell'elettronucleare, scelta coraggiosa che non piacque alla Dc e ai socialisti, e che gli costò la perdita del proprio incarico.

  • Terni - 09/02/2016

    “Giranno pe’ Terni”...

    “Giranno pe’ Terni” – o, che dir si voglia, “girando per Terni” – spesso capita di imbattersi in quelle vie che a piedi facciamo tutti i giorni, ma sulle quali non ci siamo mai fermati a riflettere sul loro nome. Può essere il caso di via Anastasio De Filis, che congiunge corso Vecchio con via Corona. Ma chi era questo personaggio così importante per Terni da essere ricordato con una via intera e anche con una scuola?

    De Filis fu un astronomo, matematico e meccanico italiano. Un ternano doc, dal momento che nacque a Terni nel 1577 anche se poi la morte sopraggiunse a Napoli nel 1608.
    La famiglia di Anastasio era imparentata con la stessa casata dei Cesi, dalla quale tuttavia se ne era divisa verso la metà del XV secolo quando il conte palatino Carlo De Filiis si trasferì a Terni, ottenendo per se e per la sua discendenza maschile il diritto di essere notari e sindaci ordinari.

    Lo scienziato ternano fu uno dei quattro fondatori dell’Accademia dei Lincei per la quale costruì un astrolabio, antico strumento astronomico per localizzare o calcolare la posizione di corpi celesti come il Sole e la Luna. Tuttavia oggi la sua conoscenza rimane incompleta, perché alcune delle sue opere naturalistiche e tavole di osservazioni astronomiche sono andate perdute.

  • Terni - 08/02/2016

    Era l’8 febbraio 196...

    Era l’8 febbraio 1967 quando moriva, all’età di 85 anni, Tito Oro Nobili.

    Originario di Magliano Sabina (all’epoca in provincia di Perugia), Nobili scrisse una pagina importante della storia ternana: fu sindaco di Terni nel 1920 quando il partito Socialista conquistò il Comune, e un anno dopo fu eletto deputato. Nel 1923 divenne segretario nazionale del Psi ma, preso di mira dagli attacchi dei fascisti, riuscì a mantenere la carica soltanto fino al marzo del 1925.

    Per le sue idee e convinzioni politiche fu presto bersaglio della repressione fascista, tanto che la sua casa a Terni venne devastata e la sua biblioteca personale bruciata.
    I fascisti riuscirono a trovarlo nella sua abitazione a Pesciano (piccolo centro vicino Todi) dove si era trasferito, e lo aggredirono torturandolo fin quasi alla morte. Nobili riuscì a sopportare di tutto: dalle sigarette spente sulle palpebre – pratica che gli costò la vista – alle percosse. Dal 1925 passò un ventennio che lo vide, in qualità di avvocato, difendere i militanti e gli attivisti antifascisti. Nel secondo dopoguerra ricoprì l’incarico di presidente della Terni, fu eletto all’Assemblea Costituente e successivamente venne eletto senatore della prima legislatura repubblicana (1948-1953).

    Dopo di che, fece ritorno alla sua professione originaria: quella di avvocato.

  • Terni - 07/02/2016

    Si è spento a Terni,...

    Si è spento a Terni, all'età di 77 anni, Victo Bussoletti, pittore e scultore di fama internazionale.

    Originario di Otricoli, iniziò a dipingere da giovanissimo, come autodidatta, prima di iscriversi all'Accademia d'arte di Roma negli anni '50. La sua arte fu sempre caratterizzata da una ricerca del tutto personale, al di fuori di schemi o correnti. Negli anni '60 si trasferì a Parigi, dove entrò in contatto con colossi come Picasso, Cezanne e Matisse, per poi muoversi Oltreoceano, a San Diego, San Francisco e New York, dove affinò la sua pittura immergendosi nella Pop Art, elaborando quadri che Bussoletti stesso definì la “new Metaphics”.

    Nel 1979 cominciò a dedicarsi all'insegnamento, formando i ragazzi delle scuole nel laboratorio di un museo, a San Francisco.
    Nel 1990 il suo studio si trasformò in un centro culturale, epicentro di conferenze e punto di incontro di scrittori e critici di prestigio.
    Nel 2008 tornò nella sua amata Terni, dove passò il resto dei suoi giorni, continuando a lavorare nel suo studio in via Mauri, 21.

    Se ne va una figura di raro spessore, un vanto per tutti i ternani, e non solo. Un uomo in grado di riempire d'orgoglio i suoi conterranei, il cui ricordo continuerà a vivere in eterno attraverso le sue opere.

  • Terni - 02/02/2016

    Terni perde un altro...

    Terni perde un altro dei suoi personaggi più rappresentativi, un uomo che per anni è stato cardine dello sport europeo, nonché “re” del calciomercato: Ernesto Bronzetti.

    Aveva 69 anni e si è spento in seguito ad una malattia che negli ultimi mesi lo aveva tenuto lontano dai riflettori. Artefice della rinascita della Ternana dopo il fallimento della gestione Migliucci, il suo amore per i colori rossoverdi rese possibile l'avvicinamento di Gaspare Gambino al progetto, dando vita alla squadra dei Doto, dei Forte, Sciannimanico e tanti altri. Forse la più amata degli ultimi trent'anni.

    Una direzione, la sua, in grado di riaccendere la passione dei tifosi e di riavvicinarli alla squadra, fino a presentarsi in ben 14.000 al Dino Manuzzi di Cesena per lo spareggio con il Chieti.

    La sua carriera stava per spiccare. Il successo lo portò a condurre operazioni di livello internazionali, diventando poi consulente del Milan per il mercato estero. Stimatissimo anche in Spagna, Bronzetti collaborò per le più blasonate società al mondo. Per fare solo qualche nome, condusse in porto trasferimenti di grandi campioni del calibro di Luis Figo, Hristo Stoichkov, Kakà, David Beckham, Ronadinho, e molti altri.

    Il calcio era il suo amore. Le sue tre figlie e la moglie erano la sua vita.

    Riposa in pace.

  • Terni - 01/02/2016

    Seconda puntata dedi...

    Seconda puntata dedicata al dialetto ternano: se per alcuni sentir finire tutte le parole in “-u” può sembrare volgare, bene, a costoro si potrebbe rispondere che proprio questo tratto è il segno tangibile della nostra parentela stretta con il latino.
    Il nostro dialetto nasce infatti dai nomi della seconda declinazione latina terminanti in “-us”, come ad esempio: porcus>porcu, frigidus>friddu, mortus>mortu.

    Ma il nostro dialetto non è sempre così nobile – ci sono infatti alcune parole ternane a cui siamo abituati associare un significato che è tutto nostro. È il caso di “bardasciu” che significa “ragazzo”, “faciolame” usato soprattutto in campagna con il significato di “legumi” oppure ancora i “piantoni” riferito esclusivamente a chi possiede le piante dell’olivo.

    Concludiamo con uno dei proverbi più usati in città, e che tutti conosceranno: “quanno pozzo m’appallozzo, e spesso pozzo”. Ossia “quando posso sono ben felice di riempirmi la pancia, e per fortuna spesso posso farlo”. Consigliato da usare soprattutto per le festività come Natale, Capodanno, Pasqua e Ferragosto!

  • Terni - 31/01/2016

    Era il 30 gennaio 19...

    Era il 30 gennaio 1984 e all'ex fabbrica Siri di via Lungonera a Terni i circa cinquanta dipendenti erano in sciopero già da alcuni giorni. La crisi era arrivata negli anni ’70, ma l'apice lo si raggiunse proprio a fine gennaio del 1984 con la fabbrica occupata e le portinerie bloccate. Per questo i vertici della Siri chiesero l’intervento della magistratura, con lo scopo di sgomberare tutto e con l’intenzione di chiudere i battenti e licenziare tutto il personale.

    Ne nacque un braccio di ferro che si concluse negativamente: un anno dopo infatti, nel 1985, ci fu la dichiarazione di fallimento emessa dal Tribunale di Terni e la fabbrica scomparve.

    Oggi l’ex area industriale è stata riconvertita e destinata in parte a scopi residenziali e in parte a fini culturali, come ne sono ad esempio gli spazi multifunzionali del Caos – Centro arti Opificio Siri. Ma la storia della fabbrica Siri è lunga, e tutti ne ricordano i grandi successi che ottenne nel momento in cui scoppiò la seconda guerra mondiale e il boom degli anni ’50 del Novecento che la videro operare anche all’estero tra Svizzera, Germania, Spagna, Belgio, Unione Sovietica e Giappone.

  • Terni - 29/01/2016

    Terni: città ricca d...

    Terni: città ricca di tradizioni e storie passate, di usi e costumi cambiati nel tempo, di ricette tramandate di famiglia in famiglia ma ancora oggi in uso, come il tanto amato dolce ternano “Lu pampepato” per Natale e “la piazza dolce ternana” da mangiare a Pasqua.

    Nella nostra città, inoltre, esiste un dialetto che fa terminare tutte le parole in “-u” e, se ne volete un esempio, questi modi di dire vi convinceranno facendovi forse un po’ sorridere.

    “L’anni e li bicchjieri de lo vinu non se contano mai”.

    Lo diceva sempre mio nonno, ridendo e ammiccando, quando qualcuno gli faceva notare che la bottiglia di vino era ormai finita. Infatti, il significato della frase è: “mai chiedere ad una donna gli anni e ad un beone quanti bicchieri di vino beve”.

    Oppure ancora, quando un acquazzone rovinava il raccolto tanto faticato, si sentiva esclamare a gran voce: “Ah, è propriu vero, le disgrazzie non vengu mai da sole”. E di questo modo di dire, il significato è piuttosto chiaro, e suona così: “non si capisce perché le calamità vengano sempre una dietro l’altra”.

  • Terni - 27/01/2016

    Era il 27 gennaio 19...

    Era il 27 gennaio 1945 quando vennero abbattuti i cancelli di Auschwitz e quando ebbe finalmente fine l’incubo dello sterminio, dell’Olocausto, della discriminazione dell’uomo contro altri uomini. Per commemorare la Shoah e tutti coloro che si opposero a questi crimini, nel 2000 è nato il “Giorno della Memoria”, istituito con legge n. 211.

    Lo scopo è onorare la memoria dei familiari dei defunti, di cittadini, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra.

    E anche Terni lo vuole ricordare: questa mattina si è svolta, infatti, la cerimonia di consegna delle medaglie d’onore ai deportati nei campi nazisti durante la seconda guerra mondiale provenienti della provincia di Terni. Le decorazioni sono concesse dal Presidente della Repubblica, e a conferirle è stato il prefetto di Terni Angela Pagliuca.

    Sono stati insigniti gli ufficiali di Terni Aristide Galliccia (deceduto) e Stefano Lupi, i cavalieri Michele Basilio di Amelia, Gianni Fabrizi e Mirco Marcucci di Terni, Quinto Moini di Montecchio e Antonia Pitari di Montecastrilli.

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