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  • Terni - 18/04/2016

    Correva il 18 aprile...

    Correva il 18 aprile del 1946 quando nella conca ternana si tenne la prima seduta del consiglio comunale di Terni dopo la fine della seconda guerra mondiale. Un compleanno e una torta con ben 70 candeline da spegnere, dunque: oggi, tra vittorie e sconfitte, si festeggia comunque.

    Quello del consiglio comunale è il principale organo collegiale dell’ente territorio locale di base e, più precisamente, è l’assemblea pubblica rappresentativa di ogni Comune. A Terni, il consiglio comunale ha visto il proprio ruolo e il proprio incarico mutare parallelamente alle diverse modifiche intervenute nell’organizzazione stessa del “sistema comune” – un cambio di ruolo sempre attento alla vicinanza dei cittadini e delle loro istanze, assicurano gli attuali consiglieri.

    Come sempre accade, ovviamente, c’è chi è d’accordo e chi invece ritiene si potrebbe fare di più. Ma quello che è certo, è che oggi aggiungiamo un altro pezzo di storia alla nostra città, la Terni dove siamo vissuti e dove viviamo ancora.

  • Terni - 16/04/2016

    È passato ormai un a...

    È passato ormai un anno da quel terribile 15 aprile 2015, quando la città di Terni, la Ternana, e tutti coloro che l’avevano conosciuto e che l’amavano diedero l’ultimo saluto a David Romboli.

    In città David era conosciuto come il preparatore dei portieri degli Allievi Nazionali di Roberto Borrello, era un grandissimo appassionato di sport e di calcio, nonché collaboratore storico della Ternana. Ma era anche un marito affettuoso e un padre presente nella vita dei suoi due figli.

    David era uno di noi, ma era malato da tempo, e a soli 44 anni ci ha lasciati. Ma porteremo sempre nel nostro cuore la sua risata, la battuta sempre pronta che ci rallegrava anche nei momenti più difficili e delicati. Una risata che non l’ha abbandonato nemmeno nel periodo della malattia, e che dimostra con quanta forza e con quanta speranza abbia lottato per tutta la vita.

  • Terni - 13/04/2016

    È successo martedì,...

    È successo martedì, senza nessun preavviso e in una giornata esattamente come tutte le altre. Purtroppo Andrea Gardenghi è scomparso così, lasciando un vuoto nelle persone che lo conoscevano, che lo amavano, e che lo ricorderanno per sempre come un professionista di grandissimo spessore e un uomo buono e sempre disposto ad aiutare gli altri.

    Andrea Gardenghi aveva contribuito a dare un volto alla nostra città, a quella Terni di cui si era impegnato – per citarne giusto un paio – nella realizzazione dello stadio Liberati e del Politeama Lucioli. A soli 35 anni, per il suo grande impegno venne nominato cavaliere del lavoro e ricevette la medaglia d’argento per meriti professionali. Ma il suo amore più grande era verso il figlio, che oggi lo ricorda per una raccomandazione: quella di non dimenticare mai gli amici o le persone che hanno segnato la propria vita.

    L’ultimo saluto ad Andrea Gardenghi è previsto per domani pomeriggio alle 16.30 nella chiesa di Santa Maria del Rivo, dove la messa sarà celebrata da don Luca Andreani.

  • Terni - 13/04/2016

    Giranno pe’ Terni –...

    Giranno pe’ Terni – tra i tanti nomi di vie presenti nella nostra città, molte sono dedicate a nomi femminili: più precisamente, si tratta di targhe alle donne e alle memorie operaie femminili di tutta Italia. Fuori dal centro storico, si parte con via Carlotta Clerici (1850 – 1924 Roma) che fu una valente femminista ma anche un’educatrice e una sindacalista.

    Tra i tanti nomi di donne italiane, ovviamente, non potevano mancare quelle ternane!
    Nella conca infatti c’è anche via Gisa Giani, nata con il nome di Adalgisa Cervelli e vissuta a Terni tra il 1924 e il 1986. Il suo impegno fu speso come impiegata e ricercatrice presso la Biblioteca civica di Terni, con un’attenzione particolare per la storia della città e delle donne – suo è il libro “Donne e vita di fabbrica a Terni”, dove descrive il lavoro femminile nelle fabbriche tessili ternane.

    C’è anche via Sara Tabarrini, nata a Montefranco nel 1880 e morta a Terni nel 1961.
    Fu un’operaia e capolega dello Jutificio Centurini, licenziata nel 1901 per aver promosso uno sciopero in fabbrica. Una volta finito il suo lavoro a Terni, si trasferì a Montefalco dove si adoperò per l’alfabetizzazione dei ragazzi di campagna.

  • Terni - 12/04/2016

    Correva il 12 aprile...

    Correva il 12 aprile del 1822 quando venne a mancare Carlo Benigni, originario di Fabriano ed eletto vescovo di Terni dal 27 giugno del 1796. Ancora oggi viene ricordato come il “vescovo del sacrificio”, perché fu proprio lo stesso Carlo Benigni a fronteggiare l’arrivo in città delle truppe di Napoleone. Un lavoro non di poco conto, soprattutto per un prete che dovette sopportare nel 1810 di tornare nelle Marche per un decreto dell’imperatore che stabiliva la soppressione di chiese, conventi e case religiose.

    Il vescovo Carlo Benigni rientrò a Terni solamente 4 anni dopo (una volta finita, dunque, l’avventura napoleonica) e come primo problema cercò di tornare in possesso dei beni della curia, venduti all’asta dal governo imperiale. Ne nacque una lunga negoziazione, e molte delle suppellettili preziose contenute nelle chiese e nei conventi non furono mai restituite.

    A questo si aggiunse anche un problema “sociale”, che il vescovo tentò di combattere con ordinanze che ristabilivano le leggi canoniche contro i bestemmiatori e gli inosservanti delle feste.

  • Terni - 11/04/2016

    Correva l’11 aprile...

    Correva l’11 aprile del 1879, quando tutta l’Italia fu invasa dallo stesso dilagante fenomeno: si trattava della cosiddetta “guerra” o “caccia” ai repubblicani, che toccò anche l’Umbria.

    Mentre nel resto della regione si verificavano fatti come lo scioglimento della “Consociazione Repubblicana Umbria” e del “Nucleo studenti repubblicani” di Perugia, a Città della Pieve veniva disciolta la società “Fede e speranza”, e a Rieti la stessa sorta toccava al circolo Repubblicano…ma a Terni, invece, cosa accadde?

    La reazione nella nostra città fu forse un po’ più dura, con l’intervento delle forze armate: la polizia, infatti, fece irruzione in un circolo repubblicano facendo un bel bottino. In questa occasione fu sequestrata una bandiera rossa, ma anche delle carte e tanti registri.

  • Terni - 10/04/2016

    Troppo presto per mo...

    Troppo presto per morire.

    Luciano Fancelli nasce il 10 aprile 1928 e da subito si trova circondato dalla melodia. Il padre violinista e la madre pianista gli trasmettono l'amore per la musica che lo accompagnerà per tutta la vita.

    E' proprio insieme ai genitori che muove i suoi passi nella città di Foligno. Dall'età di 16 anni prende parte all'orchestra Fancelli, conosciutissima nell'immediato dopoguerra umbro.
    Qui, inizia un lungo cammino di formazione, dedicandosi allo studio con passione della fisarmonica, suonando ed esercitandosi anche per otto ore al giorno. Con il passare del tempo, oltre all'attività di fiorente musicista, intraprende l'attività di compositore, diventando, a soli 17 anni, un artista di grande spessore conosciuto in tutto il territorio dell'Umbria. Le sue doti spaziavano dalla musica classica, alla musica leggera, passando per il jazz.

    Durante la sua breve carriera, mette a punto alcune migliorie tecniche per il suo strumento, migliorie che saranno poi destinate ad essere impiegate nell'industria moderna. Negli anni Luciano Fancelli si afferma e vince numerosi concorsi, ottenendo la guida di alcune rubriche alla rai. Raggiunge il culmine negli anni 50, tra concerti, composizioni e programmi radio. Purtroppo però, proprio all'apice della vita, si ammala gravemente e la malattia lo porta via in giovanissima età.

    A soli 24 anni, a Terni, si spegne un grande talento umbro, che sicuramente avrebbe avuto ancora tanto da dare al mondo della musica e non solo.

  • Terni - 05/04/2016

    Correva il 5 aprile...

    Correva il 5 aprile dell’anno 1541 quando venne fondata a Terni la venerabile Confraternita di San Giovanni Decollato, avente titolo “della misericordia”. All’inizio ebbe sede nella chiesa di San Pietro Vecchio, fino al momento in cui non fu costruita proprio la chiesa di San Giovanni Decollato nell’ex piazza Maggiore (oggi piazza della Repubblica). Nei sotterranei furono costruite alcune celle riservati ai condannati a morte, visto che la confraternita – in cambio dei servizi resi – poteva salvare ogni anno un condannato prima della morte.

    Il compito della confraternita era infatti quello di aiutare, tramite servizi assistenziali, i condannati a morte rinchiusi nelle celle del palazzo apostolico – quello stesso palazzo che oggi in piazza della Repubblica è sede della Bct (la biblioteca comunale di Terni). In particolare, le regole prevedevano che ciascun membro “dovesse portar li sacchi negri col carico che occurrendo che se se condennasse alcuno per la giustizia si dovesse andare a confortare indurlo a penitenza accompagnarlo al luogo del supplizio e poi seppellirne il corpo con licenza de’ superiori”.

    La chiesa di San Giovanni Decollato venne abbattuta intorno al 1920, e alcuni degli ornamenti e dei capitelli delle colonne vennero riutilizzati all’interno dei giardini della Passeggiata, come ne sono ad esempio le due sfingi che un tempo figuravano ai lati del portale d’ingresso.

  • Terni - 02/04/2016

    Il 2 aprile dell’ an...

    Il 2 aprile dell’ anno 1907 rappresenta il culmine delle tensioni – iniziate due anni prima, già nel 1905 – per l’acciaieria di Terni: si era arrivati al punto in cui l’azienda voleva imporre una decisione unilaterale, che i lavoratori invece respingevano. Dopo il licenziamento di 24 operai, il conseguente sciopero e la chiusura dei cancelli della fabbrica da parte della direzione, ora si era arrivati alla cosiddetta “serrata” con la “Terni” che spense i forni. I 3.500 operai sarebbe rimasti dunque a casa, senza stipendio, fino a quando non avessero sottoscritto di accettare il valore dell’azienda.

    Per i lavoratori si trattava ben più di un punto preso da tenere: avevano infatti chiesto alla direzione della “Terni” una revisione del regolamento interno risalente al 1897, e che prevedeva ad esempio il lavoro notturno senza alcun riconoscimento in busta paga. Seguirono momenti difficili: il sindaco Vittorio Faustini si recò a Roma per parlare personalmente con il presidente della “Terni” Orlando e con il primo ministro Giolitti, senza però ottenere nulla di fatto. In compenso scesero in campo a favore di Terni le organizzazioni operaie, i lavoratori di tutta Italia con varie raccolte e le agguerritissime donne ternane.

    La città era sotto assedio, i carabinieri e la polizia erano ovunque per assicurare l’ordine pubblico. Una situazione – quella della serrata – che durò infine 93 giorni. Come compromesso, la “Terni” inserì nel regolamento alcune richieste dei lavoratori, ma nulla più. E quei primi 24 lavoratori licenziati (seppur con un indennizzo di 35mila lire) non vennero più integrati.

  • Terni - 01/04/2016

    Era il 1 aprile 2015...

    Era il 1 aprile 2015 quando - esattamente un anno fa - veniva a mancare Lodovico Paoluzzi, l'ex vicesindaco di Penna in Teverina (Terni).

    A portarlo via fu un tragico incidente che rimase impresso nelle menti di ognuno di noi: proprio mentre stava svolgendo i lavori quotidiano nel proprio campo, infatti, a causa della pendenza del terreno, il trattore si ribaltò travolgendolo.

    Lodovico Paoluzzi aveva 69 anni e, oltre ad aver ricoperto la carica di consigliere e vicesindaco di Penna in Teverina per cinque anni dal giugno del 2009, era noto in paese anche per la sua attività di imprenditore agricolo. Tutti lo conoscevano per il suo impegno politico e per essere un grandissimo lavoratore in ogni campo, tanto da diventare coltivatore diretto impegnato da oltre 40 anni nella propria attività.

    Ma era molto più di questo: Lodovico Paoluzzi era sposato, aveva due figli ed era già diventato nonno. Insieme alla politica e all'agricoltura aveva lasciato un'eredità più grande, fatta d i amore e conoscenza. Un'eredità che ora sarà mantenuta viva dalla sua famiglia e da tutti coloro che l'amavano e che l'avevano anche solo conosciuto.

  • Terni - 31/03/2016

    Era il 31 marzo del...

    Era il 31 marzo del 1939 quando - ormai ben 77 anni fa - veniva a mancare nella sua abitazione romana Cesare Bazzani, uno degli architetti che più segnò la città di Terni.

    Il suo nome è legato all’aspetto esteriore della nostra città: creò e realizzò numerose opere architettoniche come la scuola industriale in viale Brin, la chiesa di sant’Antonio e la centrale idroelettrica di Galleto. Accademico d’Italia, Bazzani lasciò la firma nei palazzi del centro cittadino ternano sia agli inizi del Novecento sia negli anni appena antecedenti la seconda guerra mondiale. Tra questi, nella numerosa lista dell’architetto, compaiono anche gli edifici pubblici realizzati nel 1927 quando Terni divenne capoluogo di Provincia. La sua primissima opera realizzata risale al 1901 ed è un edificio dove ogni ternano, sia grande che piccolo, è entrato almeno una volta nella vita: si trova a corso Tacito, ed è la Palazzina Alterocca (oggi sede del Monte dei Paschi di Siena).

    Altre opere architettoniche di Cesare Bazzani sono visibili a piazza della Repubblica con il Palazzo delle Poste, in corso Tacito con il Palazzo dell’Inps ed infine a piazza Tacito la sua opera più monumentale: Palazzo del Governo.

  • Terni - 30/03/2016

    Era il 30 marzo del...

    Era il 30 marzo del 2000 quando venne abbattuta per esigenze di viabilità la sede storica dell’istituto Guglielmi, l’orfanotrofio di Terni.

    Succedeva ormai ben 16 anni fa: si trattava di un grande fabbricato, con un vasto giardino e al quale si poteva accedere dall’ingresso alla fine di via Garibaldi. L’orfanotrofio ternano era nato nel 1876, ossia venticinque anni dopo della fondazione (avvenuta nel 1851) dell’istituto che forniva assistenza ai bambini poveri e agli orfani in città. Prende il cognome dall’ultimo superstite della famiglia patrizia Guglielmi che, morendo nel 1842, lasciò scritto nel proprio testamento che tutti i suoi beni andassero al sostentamento degli orfani di Terni. Si chiamava Carlo Guglielmi: aveva una famiglia religiosissima, e il suo patrimonio ammontava a quasi 25 mila scudi.

    La primissima sede dell’orfanotrofio fu via delle Corriere: venne poi trasferito in un nuovo fabbricato in prossimità del fiume Nera alla fine di via Garibaldi e, dopo esser stato abbattuto, fu destinato a varie attività didattiche (ospitò anche una scuola materna e alcune sezioni dell’istituto magistrale). La nuova sede dell’orfanotrofio Guglielmi fu costruita a Cardeto.

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