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  • Siena - 13/02/2016

    Fabio Bargagli Petru...

    Fabio Bargagli Petrucci.

    Il conte Fabio Bargagli Petrucci nacque a Siena il 13 febbraio 1875 e morì il 2 maggio 1939.

    Interessato da sempre alla vita culturale e politica della sua città natale, fu importante per diverse pubblicazioni, tra queste “Le Fonti di Siena e i loro acquedotti”e “Vita d’Arte”.

    Si laureò in Giurisprudenza e fu soprintendente dell’Istituto di Belle Arti di Siena. Partecipò attivamente nell’ambito della conservazione dei beni culturali. Fu in grado di concretizzare progetti per la città di Siena, tra i quali il risanamento delle vie di Salicotto, la creazione del nuovo quartiere di Ravacciano, la realizzazione dello stadio comunale e della stazione, il ripristino del Cortile del Podestà. Ed ancora, il restauro delle antiche porte cittadine, la creazione del Museo Civico e di quello archeologico, al quale donò la sua personale e preziosa collezione etrusca.

    Grazie a Fabio Bargagli Petrucci si deve oggi la denominazione del Palio come” tradizione che si svolge a Siena”, per difendere l’originalità della Festa senese dalle imitazioni limitrofi.

  • Siena - 12/02/2016

    Mario Bracci,importa...

    Mario Bracci,importante giurista e docente di diritto pubblico,nacque a Siena il 12 febbraio del 1900 e si spense a 59 anni. Suo padre Rodolfo era avvocato. Svolse i suoi studi nella città natale, laureandosi in giurisprudenza nel 1921.

    La sua carriera inizia con la cattedra di diritto costituzionale presso l’Università di Sassari. Successivamente fu chiamato a Siena, diventando docente di diritto amministrativo. Dal 1944 al 1955 fu rettore della stessa università. Divenne inoltre consigliere comunale, dove s'impegnò nella realizzazione del piano regolatore della città, che avrebbe negli anni seguenti salvaguardato il centro storico dallo sviluppo edilizio. A Mario Bracci risalgono i primi progetti nel trasformare Siena in città universitaria, dotandola di nuovi istituti di ricerca e facoltà; in qualità di rettore dell'università, promosse la fondazione della prima Scuola universitaria per l'assistenza sociale in Italia.

    Nel 1955 fu eletto dal Parlamento, membro della Corte costituzionale e un anno più tardi, ottenne l’onorificenza di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

    A Siena, sia il viale che collega la stazione all’ospedale, sia la facoltà di Giurisprudenza portano oggi il suo nome.

  • Siena - 12/02/2016

    Luigi Bonelli è stat...

    Luigi Bonelli è stato un artista a 360°. Nato a Siena nel 1892 e morto nella stessa città il 12 febbraio del 1954, si è fatto conoscere nell’ambito teatrale e cinematografico. È stato, in aggiunta, scrittore,sceneggiatore e radiofonico.

    Una delle sue particolarità era quella di firmare le sue opere teatrali con lo pseudonimo di Wassili Cetoff Stenberg, un nome russo che ammirava particolarmente.
    Laureato in Giurisprudenza all'Università di Siena, entrò a “La Nazione” di Firenze come cronista ma la sua passione era scrivere per il teatro.

    Famosissimo divenne in territorio nazionale per le sue brillanti commedie teatrali, alcune di esse realizzate con la collaborazione di Carlo Ludovico Bragaglia.“Storienko”, “L’Imperatore”, “L’Imperatrice in vacanza” sono tra le varie commedie che ha prodotto; “L'uomo che sorride, ovvero la bisbetica domata in altro modo” è stata una commedia interpretata addirittura da Vittorio De Sica.

    Tra i suoi scritti é bene citare “Rompicollo”, un’operetta che tratta del Palio di Siena e di una ragazza che riesce a far parte della corsa e vincerla. In particolar modo, la storia, pone l’attenzione alla Contrada della Selva, della quale da sempre egli era attaccato.
    Da quest’opera è tratta la trama del film “La ragazza del Palio”del 1957, diretto da Luigi Zampa ed interpretato da Diana Dors e Vittorio Gassman.

    La storia è stata pensata da Bonelli, molto probabilmente pensando alla figlia Rosanna, che per giunta è stata la prima e unica donna a correre il Palio di Siena in età moderna.

  • Siena - 10/02/2016

    Siena, la tradizione...

    Siena, la tradizione si fa dolce.

    Durante il periodo di carnevale, Siena si anima di profumi del tutto particolari;per le vacanze natalizie sentiamo sempre il profumo delle castagne cotte per le vie del centro ma, dalla fine di gennaio al giorno di San Giuseppe, Siena si arricchisce del profumo di “cenci” e frittelle.

    È una vera e propria tradizione che si tramanda da secoli.
    Il carnevale a Siena non è lo stesso se non è accompagnato da queste leccornie.

    I“cenci” (o “chiacchiere”), hanno una tradizione toscana più ampia(l’origine è stata attribuita sia a Prato, sia a Firenze).
    Le frittelle chiamate da tutti i senesi “le frittelle di San Giuseppe”sono nate in città, durante il periodo carnevalesco. Secondo i più noti pasticceri attuali, la ricetta delle frittelle è più antica di quella del panforte.

    L’attribuzione del nome del santo alle frittelle la dobbiamo ai falegnami che avevano la bottega situata nella Piaggia di San Giuseppe. Sono stati loro ad inventare questo popolare dolcetto. Grazie a loro il carnevale a Siena si arricchisce di riso, farina e arancio: tre ingredienti semplici che hanno reso la tradizione del carnevale, ancora più dolce.

  • Siena - 07/02/2016

    “E Siena trionfa imm...

    “E Siena trionfa immortale”, così Silvio Gigli terminava la sua cronaca paliesca in diretta da Piazza del Campo. Più che una frase é il suo motto personale.

    Silvio Gigli è stato giornalista, conduttore radiofonico e paroliere italiano, tra i più conosciuti dal dopo guerra agli anni ’60. La sua voce e le sue battute di spirito sono ancora ricordate nelle trasmissioni radiofoniche. Tra queste “Botta e risposta”, una radio-quiz degli anni ’40 che forniva un vero e proprio momento di svago, tra la comicità e l’ironia.

    Di origini molto povere (suo padre era vetturino), ha iniziato la carriera da giornalista intorno alla fine degli anni ’20. In quegli anni lavorava come cronista per il quotidiano fiorentino “La Nazione”.
    Trova la sua fortuna a Roma, diventando tra i più importanti speaker della radio italiana.

    Interessato non solo alla cronaca ma anche alla musica italiana, Gigli è stato scopritore di cantanti come Gianni Morandi e Loretta Goggi e ha aperto la strada ad altri talenti, tra i quali Domenico Modugno.
    Silvio Gigli è ricordato dai senesi sia come accanito contradaiolo della Tartuca, sia come il cronista per eccellenza: «a Gigli? Te lo dico …. a Gigli non sfuggiva niente della corsa!» (così lo ricorda un tartuchino).

    Nato a Siena nel 1910, ci ha lasciati il 7 febbraio 1988.

  • Siena - 29/01/2016

    Le vittime senesi de...

    Le vittime senesi dell’Olocausto:

    Tra il vicolo della Manna e il vicolo delle Scotte possiamo ancor oggi trovare un arco. L’ingresso dell’arco portava al Ghetto degli ebrei senesi. Solo una piccola nota storica: dalla seconda metà del Cinquecento gli ebrei sono stati costretti a vivere entro i confini del Ghetto, che comprendeva il vicolo delle Scotte, della Manna, degli Archi, della Fortuna. Nessun diritto civile spettava alla comunità, costretta a vivere in case poverissime.

    Soltanto dalla prima metà dell’800 furono riconosciuti i diritti civili e politici agli ebrei di Siena. Percorrendo il vicolo degli Archi fu edificata quella che è oggi la Sinagoga, opera del 1756 dell’architetto Giuseppe Del Rosso.

    Accanto alla Sinagoga troviamo una targa commemorativa del 1948 che riporta i nomi delle vittime dell’Olocausto. Vittime, che da Siena furono deportate nel 1943 e nel 1944.
    Nomi e date che Siena non dimentica. Le leggi razziali, purtroppo, entrarono anche nella città senese.

    Persone che sono state catturate in città a causa di queste leggi, furono condotte nel lager di Auschwitz e da lì non ebbero ritorno.
    Questi i nomi, tra donne , anziani e bambini ebrei che vivevano a Siena che, vittime di uno sterminio senza senso:

    Adele Ajò –anni 64
    Bettina Hasdà- anni 68
    Gino Sadun- anni 71
    Ubaldo Belgrado- anni 52
    Ernesta Brandes- anni 85
    Giacomo Augusto Hasdà- anni 70
    Gina Nissim – anni 47
    Marcella Nissim – anni 20
    Graziella Nissim- anni 14
    Livia Forti- anni 55
    Davide Valech- anni 64
    Michele Valech- anni 68
    Morosina Valech – anni 21
    Ferruccio Valech- anni 13

  • Siena - 25/01/2016

    Ricordando Ettore Ba...

    Ricordando Ettore Bastianini: il grande baritono.

    Il 25 gennaio 1967 muore uno tra i più grandi baritoni della lirica internazionale: Ettore Bastianini.

    Nato a Siena il 24 settembre 1922, lavorò per il fornaio Gaetano Vanni. Alcune testimonianze ricordano che egli, percorrendo le vie della città per le commissioni lavorative, cantava ad alta voce le più grandi arie liriche. All’età di 16 anni fu accompagnato alla sede di quella che oggi è l’Unione Corale Senese, coro lirico che porta il suo nome e, grazie alla famiglia Ammannati, dagli anni ’40 iniziò la sua carriera artistica.

    Debuttando prima come voce da basso e poi come baritono, nel 1941 studiò canto al Centro di Avviamento al Teatro Lirico del Comunale di Firenze, allora diretto da Mario Labroca. All’età di 23
    anni debuttò sul palcoscenico cantando nella Bohéme a Ravenna. La comparsa ai Giardini di Boboli di Firenze avviene nel 1947, insieme al baritono Rolando Panerai. Successivamente veste i panni di Ferando nel Trovatore e Ramfis nell’Aida , due opere di Giuseppe Verdi.

    Un anno più tardi debuttò alla Scala di Milano e a Torino, dove inscenò la parte di Colline nella Bohéme, insieme alla soprano Renata Tebaldi. È proprio a Torino che conobbe il maestro Luciano Bettarini il quale fece studiare Bastianini con il registro da baritono.

    Nel 1952 al Teatro Comunale di Firenze interpretò la parte del principe Jeletzki nel La dama di picche, opera di Čajkovshij, e nel 1953 lo troviamo nella Lucia di Lammermoor, insieme a Maria
    Callas e Giuseppe Di Stefano. Nello stesso anno, la sua voce sbarcò dall’Italia all’America arrivando al Metropolitan di New York con Traviata.Il 28 maggio 1955 la prima di Traviata esce al Teatro dela Scala di Milano, con la regia di Visconti. È un grande momento per la carriera del baritono, affiancato anche in questo concerto da Maria Callas. La sua voce è ricordata in tutto il mondo; ha cantato con i più grandi cantanti lirici degli ani ’50 e ’60 ed è acclamato non solo dal mondo della lirica ma anche dalla sua città d’origine, nonché Siena.

    Investì difatti il ruolo da capitano nella contrada della Pantera e ad egli si deve gran parte delle ristrutturazioni dei locali della medesima contrada. È nel 1963 che festeggiò la vittoria del Palio di luglio, assieme ai suoi amici contradaioli. Senese doc, dalla voce potente e dallo sguardo sereno, Bastianini nascose la grave malattia che lo portò alla morte: un tumore alla gola. Nonostante tutto, la sua passione per la lirica e per la sua città non si spensero fino agli ultimi anni di vita.

    Morì all’età di 44 anni. Siena gli riservò un funerale che fece il giro della città; le celebrazioni furono accompagnate dal campanone del Palazzo Comunale di Siena che suonò a morto.

    Su richiesta della Contrada della Pantera oggi troviamo una via intitolata a suo nome. La stessa via che lo ha visto da grande baritono e da grande senese.

  • Siena - 17/01/2016

    "L’uomo dorato".

    Fa...

    "L’uomo dorato".

    Fare l’artista di strada non è cosa da tutti: ci vuole coraggio, costanza e passione.

    Lo sapeva bene Michel Lewandowski, di origini polacche, conosciuto da tutti come “l’omino dorato”. I panni in cui lo ricordiamo erano quelli di un cineasta, intento a far girare la sua macchina da presa. Si distingueva dalla folla per il suo colore dorato, con il quale dipingeva interamente se stesso e la macchina. Se ne stava per ore intere immobile, nella via del Corso, regalando un sorriso alle persone che ne rimanevano stupite.

    La sua arte rompeva la routine quotidiana.

    Ci ha lasciati l’11 novembre del 2011.

  • Siena - 14/01/2016

    Siena e la nevicata...

    Siena e la nevicata storica del 1985.

    Siena sotto la neve è una di quelle città che ti lascia senza fiato. Le vie e i tetti innevati sono magici; catturano l’attenzione di chi visita la città per la prima volta o di chi ci vive da decenni. Purtroppo di nevicate storiche non abbiamo traccia da diversi anni ma una, in particolare, vale la pena citarla: quella del 1985.

    31 anni fa esatti Siena ricorda una nevicata che durò circa quindici giorni. Dal primo di gennaio di quell'anno la neve iniziò a calare ininterrottamente, provocando il blocco totale degli edifici pubblici e della città. Per chi vive a Siena lo sa: camminare per le salite ripide del centro non è cosa da poco; con la neve ghiacciata diventa praticamente impossibile.

    A dispetto delle scuole chiuse per un’intera settimana, coloro che si divertirono di più furono i bambini. Con un sacco del’immondizia usato come “slittino” da neve, in centinaia invasero Piazza del Campo, percorrendo la discesa da Fonte Gaia al Gavinone.

    Il ricordo di quella nevicata fa riflettere su quanto può essere bello divertirsi con poco.

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