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  • Siena - 01/06/2016

    Erano circa le 13.30...

    Erano circa le 13.30 del 1 giugno 1990 quando all'improvviso, nei pressi di piazza della Lizza, tre colpi di arma da fuoco squarciarono la calma di una serena e soleggiata giornata. A rimanere a terra fu Mario Forziero e Nicola Campanile, due militari che a bordo della loro volante stavano svolgendo come sempre il proprio lavoro. Nel fermare un ragazzo in sella al suo ciclomotore, forse rubato, i due ebbero appena il tempo di realizzare quanto stesse accadendo. La gente iniziò a correre in preda al panico mentre gli agenti erano ormai sono in fin di vita. Moriranno poco dopo.

    Mario Forziero, 30 anni, era di Francolise di Caserta ma viveva da molti anni a Sinalunga, dove si era sposato e aveva avuto due figlie. Nicola Campanile, invece, era di Modena, ma risiedeva a Roma. Gli mancavano solo sei mesi per la fine del servizio di leva come carabiniere.

    L'assassino venne catturato poco dopo. Si trattava di Sergio Cosimini, 27 anni, fiorentino, figlio unico di una famiglia benestante. Cosimini soffriva da qualche mese di una grave sindrome depressiva ansiosa e secondo il Ministero degli Interni era anche tossicodipendente. Si era già reso protagonista di diversi altri reati, ma era sempre stato rimesso in libertà.

  • Siena - 18/05/2016

    Pochi giorni fa ci h...

    Pochi giorni fa ci ha lasciati Selene Monelli, una giovane ragazza di 28 anni di Abbadia San Salvatore.

    Selene è scomparsa improvvisamente in un tragico incidente, lasciando il paese nel più totale sconforto. Era una ragazza solare, vivace e amante della vita, conosciuta per la sua spontaneità e ben voluta da tutti. Nutriva un'enorme passione per il tennis, che praticava ad Abbadia San Salvatore, il suo paese d'origine. Quando non era impegnata con le gare o con gli allenamenti, Selene impartiva lezioni ai più piccoli: insegnava con dolcezza e pazienza, qualità che l'hanno caratterizzata da sempre.

    A soli 28 anni si spegne un grande talento, una vita luminosa, e la sua perdita getta su tutti noi un cono d'ombra, che difficilmente sarà spazzato via. Tutta la provincia di Siena mostra il proprio cordoglio ai familiari, al fidanzato Simone e a chi ha avuto la fortuna di conoscere ed apprezzare la meravigliosa donna che era Selene. Il suo ricordo continuerà a vivere nei cuori di ognuno di noi.

  • Siena - 05/05/2016

    Giovedì 5 Maggio all...

    Giovedì 5 Maggio alle ore 18.15 sarà ricordato Franco Ferrara, uno dei leggendari docenti dell’Accademia Chigiana, nel Salone dei concerti di Palazzo Chigi Saracini.

    Franco Ferrara assunse l’incarico come docente di direzione d’orchestra all’Accademia nel 1966, successivamente alla scomparsa di Guido Saracini. Egli era già titolare della cattedra di Direzione d’Orchestra presso il Conservatorio di Musica di Roma e aveva avuto modo di esercitare la sua arte in diversi campi, dalla concertistica alla registrazione di colonne sonore per il cinema. Ricordiamo, per esempio, le direzioni delle musiche per i film di Visconti, tra i quali spiccano: Bellissima, Senso, Rocco ed i suoi fratelli e Boccaccio ’70.

    “E il più grande tra tutti noi” - dicevano più volte Bernstein e Karajan: una carriera promettente, purtroppo stroncata da un male oscuro. Agli inizi del suo successo, mentre dirigeva, inaspettatamente cadde dal podio e, con il passare degli anni, le cadute furono sempre più frequenti, al punto che non gli permisero più alcuna attività dal vivo.

    L’incontro – “Il tempo in un gesto” - con Silvia Tosi, chitarrista, musicologa e autrice di una biografia di Ferrara, tratteggerà con musiche, fotografie e filmati, la personalità del grande direttore di orchestra, ponendo particolare attenzione agli anni che vanno dal 1966 al 1985, in cui fu insegnante all’Accademia Chigiana.

  • Siena - 02/05/2016

    Il 2 maggio 1939 mor...

    Il 2 maggio 1939 moriva Fabio Bargagli Petrucci, uomo che ha segnato fortemente la storia della nostra città nella prima parte del Novecento.

    Il giorno dei suoi funerali migliaia di senesi si riversarono in strada per dare l'ultimo saluto ad una figura fondamentale per la cultura della città.

  • Siena - 16/04/2016

    Pochi giorni fa ci h...

    Pochi giorni fa ci ha lasciati Claudio Valentini, il barman storico del bar Conca d’oro, a soli 56 anni.

    Claudio aveva già manifestato alcuni segnali di malessere, ma la sua dedizione non gli aveva permesso di cessare l’attività lavorativa e così ha continuato a resistere fino a quando il proprietario non lo ha spinto a farsi visitare. Subito dopo, i medici l’hanno ricoverato d’urgenza.

    Aveva iniziato a lavorare al bar Nannini Conca d’Oro nel 1984 e quel posto era diventato la sua vita. I suoi clienti non avevano più segreti per lui: conosceva a memoria le loro preferenze. Con la cortesia che da sempre lo ha caratterizzato, egli si muoveva con velocità e precisione di fronte alla macchina del caffè che era diventata il suo regno.

    Dopo aver terminato il lavoro, si concedeva lunghe passeggiate per le vie del centro, e la domenica non rinunciava mai alla partita del Siena, con la sciarpa bianconera al collo.

    Claudio se ne è andato, accompagnato dall’affetto dei colleghi e del fratello, lasciando un grande vuoto nelle loro vite.

  • Siena - 08/04/2016

    Cesare Brandi, stori...

    Cesare Brandi, storico e critico d’arte, saggista italiano, poeta e fondatore della teoria del restauro, nasce a Siena, precisamente in Via di Città, l’8 Aprile del 1906.

    A 110 anni dalla nascita dell’intellettuale, Siena ricorderà questa grande personalità e approfondirà il suo rapporto con l’artista umbro Alberto Burri, che occupa un posto di primo titolo in quella tendenza che viene definita “informale”. La sua pittura oltre la pittura fu seguita da Brandi nelle diverse fasi che si susseguirono come un itinerario di continue scoperte e sperimentazioni.

    Accanto all'attività accademica, egli ricopre importanti incarichi nell'amministrazione statale delle Antichità e Belle arti. Nel 1938 progetta assieme a Giulio Carlo Argan l’Istituto Centrale del Restauro, che dirige fino al 1959: è il primo a cogliere la centralità ed il nuovo significato delle attività di recupero e di conservazione delle opere d’arte. Dal 1960 insegna nell'Università di Palermo e poi in quella di Roma. Per due volte vince il premio Feltrinelli per la critica d'arte e nel 1977 ottiene il premio Viareggio per la saggistica. Accademico dei Lincei e Accademico di S. Luca, Medaglia d'oro per i benemeriti della Cultura (1960), fondatore e collaboratore di numerose riviste specializzate, firma prestigiosa del "Corriere della Sera", lascia come testimonianza della sua attività un grande numero di volumi, che spaziano dai libri di storia dell’arte a quelli di critica d’arte contemporanea, fino ad arrivare a libri di viaggio, tra i quali spicca, come ultima opera, niente di meno che Aria di Siena (1987).

  • Siena - 06/04/2016

    Moriva a Siena, nell...

    Moriva a Siena, nella primavera di 160 anni fa, Matilde Manzoni, ultima dei nove figli del celebre Alessandro Manzoni.

    Cagionevole fin dal nascita, trascorre la sua breve esistenza dividendosi tra Lucca, Pisa e la Versilia ed arriverà infine a Siena con la sorella Vittoria ed il cognato Giovanni Battista Giornini, docente all'epoca nell’Università senese. Qui morirà di tubercolosi a ventisei anni. Nonostante il clima della Toscana lenisca almeno in parte la sua malattia, Matilde lamenta spesso la mancanza del padre, che sembra essere troppo presso dalle sudate carte per occuparsi della figlia.

    “… mi è troppo doloroso di dover vivere così straniera affatto per una parte del mio sangue”- con queste parole, pesanti come macigni, la figlia del letterato descrive il rapporto con il padre nel suo Journal. Manzoni le promette soldi, ma non ne manda abbastanza, le preannuncia visite, ma non andrà mai a trovarla. Si occuperà della figlia solo dopo la sua scomparsa e la farà tumulare nel corridoio del chiostro conventuale dei Servi di Maria e lui stesso avrebbe dettato l’epigrafe sulla tomba:

    “Matilde figlia di Alessandro Manzoni. Qui riposa spenta da lento morbo il XXX marzo MDCCCLVI. Nell’ultimo anno del quinto lustro lasciava desiderio di sé per una vita bella di tutte virtù che sublimano il sesso. Il padre i fratelli e la sorella Vittoria moglie a Gio Battista Giorgini la raccomandano alle preghiere dei pietosi senesi”.

    E la sventurata, ovviamente, non rispose.

  • Siena - 05/04/2016

    Sei anni fa se ne an...

    Sei anni fa se ne andava Omar Calabrese.

    Scrittore e saggista, oltre ad essere uno dei più noti semiologi italiani, è anche l’allievo prediletto di Umberto Eco. Uomo di forti passioni, dopo una parentesi politica come fondatore dell’Ulivo, come consigliere comunale a Bologna e assessore alla cultura di Siena, si rifugia a vivere a Monteriggioni, deluso dalle volgarità di alcuni personaggi pubblici, come rende manifesto nel duro pamphlet Come nella boxe (Laterza, 1997).

    Nonostante la malattia si palesi fin da giovane, egli vi convive con un forte accanimento e con una continua voglia di fare. Adesso che non è più tra noi, è necessario lavorare attraverso la memoria collettiva per ricostruire le svariate facce di un personaggio non comune, che ha dato un grande contributo alla cultura italiana. Per rendergli omaggio, possiamo ricordare alcuni titoli delle sue pubblicazioni, da leggere ex novo o semplicemente rileggere: “Semiotica della pittura” (1980), “Come si vede il telegiornale” (1980, in collaborazione con Ugo Volli), “Il linguaggio dell’arte” (1984) e “La macchina della pittura” (1985). Nel 1987 pubblica “L’età neobarocca”, un’originale analisi e proposta di interpretazione in chiave barocca dell’attuale condizione umana.

    Grazie alle sue opere, Omar Calabrese non morirà mai.

  • Siena - 04/04/2016

    “Fare sinergia, camb...

    “Fare sinergia, cambiare mentalità e norme per fare cultura”

    Quasi sei anni fa, nel cuore del centro storico, nasceva un Tubo, un spazio dove dare vita a progetti culturali, scambiarsi esperienze ed opinioni, o più semplicemente stare insieme. Un Tubo negli anni non ha rappresentato solo un circolo, bensì un cuore pulsante di energia ed integrazione per tutti i senesi.

    Oggi, lunedì 4 aprile, il locale di via del Luparello ospiterà sul palco Luca Nostro quintet / feat. Logan Richardson & Tommy Crane, ma sarà, purtroppo, The Last Jazz Night: la programmazione, infatti, come spiegano i titolari, è stata cancellata.

    Quale sia la causa è presto detto: il circuito artistico – perché questo s’intende quando si parla di un Tubo- deve andare incontro alle diverse esigenze cittadine. Se da una parte vige il bisogno di avere una città culturalmente viva e aperta ai giovani, dall’altra deve essere anche vivibile per chi ci abita. Due diverse necessità che potrebbero facilmente convivere e che renderebbero possibile l’esistenza di un luogo in cui confrontarsi, parlare e ascoltare. Sostanzialmente, un posto in cui interagire con gli altri in maniera diversa. Ma le norme legislative non lasciano spazio a repliche: fino a quando non sarà trovato un compromesso, la programmazione musicale sarà sospesa.

    Nell'attesa che l’attività riprenda in tempi brevi, non ci resta che conservare i tanti ricordi che ci legano a questo locale, augurandoci che si realizzi presto l’intenzione dell’Amministrazione di dare una spinta culturale ed economica tesa a rafforzare la nostra città.

  • Siena - 08/03/2016

    La voce di Wanda Tet...

    La voce di Wanda Tettoni.

    L’8 marzo del 1910 nacque a Siena una grande attrice e doppiatrice italiana: Wanda Tettoni.

    La sua carriera iniziò da giovanissima: appena sedicenne si trasferì a Milano dove interpretò il ruolo di protagonista nella commedia “Uccellino Azzurro” di Maurice Maeterlinck.
    Nel 1940 proseguì la sua carriera alla EIAR di Roma come radiofonista e nel 1950 nei varietà radiofonici della Rai, come “La serenata al vento”, regia di Silvio Gigli, anch’egli grande radiofonico senese. Wanda Tettoni si dedicò alla fondazione della “C.D.C”, nonché la “Cooperativa Doppiatori Cinematografici, grande società di doppiaggio italiana.

    Dalla voce brillante ed espressiva ha doppiato in importanti film: sua è la voce della madre del protagonista psicopatico di “Psyco”, come sua è la voce dell’attrice Liana Del Balzo in “Profondo Rosso”. Alla lista dei suoi doppiaggi è da aggiungere Madame Adelaide ne “Gli Aristogatti”, la strega in “Biancaneve e i sette nani”(versione del 1972), Betty Boop in “Chi ha incastrato Roger Rabbit” e altri film di animazione della Disney. Uno dei suoi ultimi doppiaggi vede la voce di Wanda nei panni dell’anziana Rose in “Titanic”, film del 1997.

    La sua voce si è spenta il 7 marzo del 1998.

  • Siena - 04/03/2016

    Francesco Savio, pse...

    Francesco Savio, pseudonimo di Francesco Pavolini, nacque a Siena il 4 marzo 1923.

    È stato critico cinematografico, regista e sceneggiatore di alto livello. La sua carriera inizia nel 1945, quando si iscrive ai corsi di regia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma, diplomandosi nel 1948. Finiti gli studi, interessandosi alle arti sceniche e cinematografiche, intraprende fin da subito l’attività di aiuto regista per il teatro. Nel 1950 entra come regista e sceneggiatore presso la sede romana della “Radio Rai”, dove dirige alcune commedie e programmi culturali. Per conto della Radio Rai nel 1972 realizza alcune trasmissioni andate in onda nel 1973 e 1974 che trattano di cinema italiano degli anni ’30, cinema agli inizi del sonoro e cinema sino al 1943.

    Da questa serie di trenta trasmissioni trae origine l’opera “Cinecittà Anni Trenta. Parlano 116 protagonisti”, un’opera ricca di documenti e interviste. Altro documento che Savio realizza per la cinematografia italiana è “Ma l’amore no: realismo, formalismo, propaganda e telefoni bianchi nel cinema italiano di regime”, contenente le descrizioni di tutte le pellicole realizzate dal 1930 al 1943.

    Nel 1976 decide di porre fine alla sua vita, suicidandosi con il gas.

  • Siena - 27/02/2016

    Il 27 febbraio del 1...

    Il 27 febbraio del 1472 venne fondata la più antica banca del mondo: la banca Monte dei Paschi di Siena.

    Nata per dare aiuto alle classi disagiate della popolazione della città di Siena, costituisce attualmente il terzo gruppo bancario italiano per numero di filiali. Storicamente la banca è nata grazie alle Magistrature della Repubblica di Siena e all’approvazione dello “Statuto dei Paschi”, redatto dai senesi nel 1419 per la regolamentazione delle attività legate all’agricoltura e alla pastorizia. La nascita dell’istituto di credito, inizialmente con una diversa denominazione, era uno degli elementi principali per l’applicazione del suddetto statuto.

    Dopo l’annessione di Siena al Granducato di Toscana, le attività bancarie del “Monte Pio”(nome di origine della banca), iniziarono l’attività di credito fondiario ai possidenti agrari.
    Dal 1580 il Monte dei Paschi assunse le caratteristiche di “banca pubblica”. Nel 1629 scoppiò un grave scandalo alla città di Siena: il camerlengo dell’istituto, Armenio Melari fu accusato dalle autorità cittadine di aver sottratto 40.000 scudi dalle casse della banca e venne condannato a morte. Nel 1872 la banca assunse il nome attuale. Con l’unità d’Italia la Banca estese le sue attività in tutta la penisola italiana, dando inizio anche al credito fondiario.

    Purtroppo le varie vicende, i vari scandali e nuove proposte hanno visto la banca ad affrontare un periodo di profonda crisi: nel 2011 i dati hanno rilevato difatti che la banca ha chiuso l’anno con una perdita netta di 4,69 miliardi di euro.

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