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  • La Spezia - 25/04/2016

    Il 25 aprile di due...

    Il 25 aprile di due anni fa, perdeva la vita, in un tragico incidente, Vladimiro Farina, storico istruttore di canoa e kayak.

    L’uomo aveva 65 anni, ed era un insegnante di educazione fisica in pensione; nato a Lerici ma residente a Caniparola di Fosdinovo con la moglie e i figli, Vladimiro Farina era un grande appassionato di canoa, e il destino ha voluto che perdesse la vita proprio durante un’escursione su un fiume in Corsica.
    La famiglia, gli amici, gli ex allievi e tutta la comunità di canoisti che conoscevano Vladimiro lo ricorderanno sempre per la sua bravura, la sua professionalità, la sua passione e le sue grandi doti umane. L’uomo era infatti tanto conosciuto e stimato al punto che il Comune di Lerici e l’Arci Borgata Marinara gli hanno dedicato una targa sul muraglione del molo, in corrispondenza del Campo di Canoa Polo: "In memoria di Vladimiro Farina – Maestro di Canoa – che in questo mare ha trasmesso ai giovani lericini l'amore per la vita, la libertà e la canoa... sempre libero in corrente".

    Farina, trasmettendo ai ragazzi tutta la passione e la dedizione per lo sport che lui tanto amava, aveva fornito un contributo importante al movimento della canoa in Italia e anche nel mondo.

  • La Spezia - 24/04/2016

    Il 24 aprile di due...

    Il 24 aprile di due anni fa, La Spezia perdeva una figura storica del quartiere del Canaletto, Carlo Bertagna.

    L’uomo, 68enne, era un noto mitilicoltore, mestiere che svolgeva da quarant’anni, anche se da diverso tempo era stato costretto a smettere di andare per mare a causa di una grave malattia contro la quale combatteva.

    Carletto, come lo chiamavano gli amici, aveva ereditato la professione dalla sua famiglia: il padre era muscolaio prima di lui, e lo zio era anche socio de La Proletaria, la più antica cooperativa spezzina nata dopo la Seconda guerra mondiale.

    Tutto il Golfo dei Poeti lo ricorderà sempre con stima e affetto.

  • La Spezia - 20/04/2016

    Il 20 aprile del 198...

    Il 20 aprile del 1985 fu una giornata memorabile per la nostra città: esattamente 31 anni fa, infatti, Lady Diana e il principe Carlo, insieme al presidente del Senato dell’epoca Giovanni Spadolini, si trovavano a bordo della famosa nave scuola Amerigo Vespucci e guardavano alla Spezia.

    La Marina militare aveva invitato i reali d’Inghilterra per un ricevimento a bordo di quella che è considerata la nave più bella del mondo, senza stampa né giornalisti.

  • La Spezia - 20/04/2016

    Un anno fa, è venuto...

    Un anno fa, è venuto a mancare Elio Toaff, famoso rabbino 99enne che, nell’ottobre del 2005, era venuto alla Spezia a ritirare il premio Exodus.

    Elio Toaff era nato a Livorno nel 1915, e, dopo la laurea in Giurisprudenza, nel 1939 aveva completato gli studi rabbinici nella sua città, ottenendo il titolo di rabbino maggiore. Dal 1941 al 1943 fu rabbino capo di Ancona, dopodiché, insieme alla moglie e al figlio, era stato costretto a fuggire in Versilia a causa della minaccia delle prime deportazioni italiane nei lager. Toaff era riuscito più volte a scampare alla morte per mano dei nazisti, e, entrato nella Resistenza, aveva combattuto sui monti, vivendo in prima persona tutta la violenza della guerra, al termine della quale, era stato rabbino di Venezia, e aveva anche insegnato lingue e letterature ebraiche all’Università Ca’ Foscari.

    È poi nel 1951 che era diventato rabbino capo di Roma, ricoprendo anche diverse altre cariche all’interno della comunità ebraica italiana, finché, nel 2001, aveva deciso di dimettersi dalla carica di rabbino capo per lasciare spazio ai più giovani.

    Il 13 aprile 1986, c’era stato lo storico incontro con Papa Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma, mentre il 10 ottobre del 2005, Elio Toaff era arrivato alla Spezia per ritirare il premio Exodus e visitare la mostra dedicata alla “Porta di Sion”, termine con cui venne definita la nostra città: il 1946 e il 1948, Spezia era infatti diventata il punto di riferimento per i profughi ebrei dei lager nazisti, desiderosi di raggiungere la “terra promessa” palestinese. Dal porto spezzino erano salpate diverse navi, e la più famosa si chiamava, appunto, Exodus. Ancora oggi sulle cartine israeliane La Spezia viene indicata con il nome di “Schàar Zion”, la Porta di Sion.

    “Per me è molto importante, perché Exodus ha significato la liberazione e l’uscita da un momento in cui esistevano limitazioni per il popolo ebraico”: erano state queste le parole commosse pronunciate da Elio Toaff dopo aver ricevuto il premio Exodus.

    Toaff era considerato la massima autorità spirituale e morale ebraica in Italia dal secondo dopoguerra sino ai primi anni duemila, e nel 2005 è stato proposto alla carica di senatore a vita.

  • La Spezia - 19/04/2016

    Il 19 aprile di un a...

    Il 19 aprile di un anno fa giungeva in città la notizia della morte improvvisa di don Lanfranco Rossi, sacerdote diocesano sessantenne, appartenente alla comunità dei “Ricostruttori nella preghiera” di Zagarolo.

    Don Lanfranco Rossi era nato a Thiene di Vicenza, ma il 4 giugno del 1989 era stato ordinato sacerdote alla Spezia dal vescovo Siro Silvestri. Dopo essere stato per due anni curato a Migliarina, si era poi trasferito a Roma per insegnare teologia all’Università Gregoriana e al Pontificio Istituto Orientale: il sacerdote era infatti un noto studioso di teologia orientale.

    La notizia della sua morte in circostanze poco chiare ha suscitato profondo cordoglio e commozione anche alla Spezia.

  • La Spezia - 17/04/2016

    Il Museo Nazionale d...

    Il Museo Nazionale dei Trasporti.

    Il 17 aprile del 1986, nasceva a La Spezia il Museo Nazionale dei Trasporti, un ente storico museale costituito da un’associazione senza scopi di lucro.

    Erano gli inizi degli anni Ottanta, quando, un gruppo di studiosi e di appassionati del settore ferroviario decise di recuperare delle vetture provenienti dalle reti di Sanremo, di Genova e di Spezia; fu poi grazie alla collaborazione con l’ATC, l’azienda di trasporto pubblico spezzina, che nella nostra città poté nascere quest’importante associazione, che si propone di reperire, di restaurare e di conservare veicoli significativi nell’ambito della storia del trasporto pubblico italiano.

    Inizialmente, l’interesse del museo si rivolse in modo particolare ai filobus, mezzi pubblici di cui era iniziato il restauro e di cui oggi, altrimenti, non rimarrebbe nessun esemplare. Poi, l’ente si rivolse anche al settore ferroviario, rimettendo in funzione un treno storico con locomotiva a vapore degli anni Venti; oggi, il deposito di Migliarina ospita filobus, autobus, tram, locomotive e carrozze ferroviarie che i visitatori hanno la fortuna di poter ammirare.

    Il Museo Nazionale Trasporti vive di volontariato e di finanziamenti, mentre un grande contributo di ordine pratico viene fornito dall’attività dei soci, che permettono il buon funzionamento di questa struttura, che, in maniera encomiabile ed efficiente, si occupa di salvaguardare una parte della storia e del passato del nostro Paese troppo spesso dimenticata.

  • La Spezia - 16/04/2016

    Esattamente un anno...

    Esattamente un anno fa se n’è andato all’improvviso, per un tragico incidente, Enrico Semilia.

    L’uomo, sessantenne, viveva con la famiglia nel quartiere di Montalbano, ed oltre a essere un noto artigiano, era anche uno skipper, vero amante del mare e della vela; la sua morte improvvisa, il 16 aprile dell’anno scorso, fu accolta con incredulità e con stupore non soltanto dai suoi familiari, ma anche dal mondo della vela spezzina.

    L’amico Attilio Cozzani lo ha ricordato come un “vero lupo di mare, apprezzato e stimato da molti”.

    Ieri come oggi, "Buon vento" Enrico.

  • La Spezia - 15/04/2016

    Se n’è andato ieri m...

    Se n’è andato ieri mattina, all’età di 83 anni, Giuseppe Tarabugi.

    Giuseppe, detto Beppe, aveva esordito da giovane come calciatore del Rapallo, della Vezzanese della Fezzanese, diventando poi anche allenatore di queste ultime due squadre, oltre che dello Spezia-Beretti. L’uomo era molto apprezzato dai suoi giocatori e, in veste di mister, aveva ottenuto notevoli successi.

    Il mondo calcistico lo ricorda con stima e affetto.

    Ciao Mister.

  • La Spezia - 14/04/2016

    I ribelli di Carpena...

    I ribelli di Carpena

    Era l’aprile del 1412, quando una flotta composta da spezzini e genovesi rase al suolo il paesino di Carpena, tra i monti Bermego e Parodi.

    Carpena, un piccolo villaggio alle spalle della città di Spezia, era una Podesteria fondata dal genovese Oberto D’Oria nel 1273, e aveva giurisdizione su un ampio territorio, finché non venne soppiantata da Spezia: questa perdita di potere generò rancore e astio negli abitanti nei confronti degli spezzini e soprattutto dei genovesi, veri artefici dell’umiliazione.

    Le continue insurrezioni dei combattivi abitanti di Carpena, costrinsero Genova ad armare una decina di navi con 1500 uomini al comando di Antonio D’Oria, con l’obiettivo di dare una lezione definitiva ed esemplare al borgo. Insieme ai genovesi c’erano anche gli spezzini, rimasti fedeli alla Superba, i quali contribuirono a distruggere Carpena; ventidue prigionieri furono addirittura impiccati sui pennoni delle navi ormeggiate a Spezia, come monito per chiunque pensasse d’imitare i ribelli del piccolo borgo.

    Oggi, il paesino ricostruito è uno dei più suggestivi e caratteristici del nostro territorio, e offre una vista mozzafiato.

  • La Spezia - 14/04/2016

    Il palazzo del ghiac...

    Il palazzo del ghiaccio.

    Che cosa ci fanno i bassorilievi di pinguini e di orsi polari sulla parte alta della facciata del palazzo oggi sede di Carispezia?
    Nel 1920, la Società Anonima Industria del freddo incaricò l’architetto Franco Oliva di progettare un “palazzo del ghiaccio”, ovvero una struttura per la conservazione a freddo degli alimenti, all’epoca indispensabile, soprattutto in un agglomerato urbano come Spezia.

    Tre anni dopo, nel 1923, la nuova fabbrica del ghiaccio, dove cibi deteriorabili come la carne, i salumi e il pesce venivano conservati in spazi appositi, diede inizio all’attività, arrivando a produrre ben 40 tonnellate di ghiaccio al giorno.

    L’edificio, situato all’angolo tra via Sprugola e via Colombo e dotato di un grande valore architettonico, è un parallelepipedo di quattro piani, le cui facciate presentano l’alternanza di pilastri in cemento e di alte vetrate; è proprio alla base dei pilastri che oggi sono ancora ben visibili le figure di animali polari, opera dello scultore Augusto Magli. Questi bassorilievi sono stati infatti mantenuti anche in seguito ai lavori di ristrutturazione del palazzo, che nel 1976 è stato acquistato da Carispezia e che oggi ospita i suoi uffici.

  • La Spezia - 13/04/2016

    La grotta della Mado...

    La grotta della Madonna di Rebocco

    Forse non tutti lo sanno, ma a Spezia c’è anche una grotta, quella della Madonna di Rebocco.

    Il suo nome è dovuto a una grande stalagmite, alta più di cinque metri, che si trova al centro della grotta, e la cui forma ricorda una Madonna con il bambino. A fare la scoperta della grotta furono, nel 1909, alcuni operai, i quali fecero brillare una mina per estrarre sassi dalla cava: fu proprio quell’esplosione a portare alla luce una caverna profonda 50 metri, in cui la scultura naturale della Madonna appare seduta su un trono coperto di crine e avvolta in un raggio di luce proveniente da un’apertura sulla volta della grotta. Subito si gridò al miracolo, e la località dove si trova la cava, chiamata Maggiola, diventò anche meta di pellegrinaggi di fedeli.

    Vent’anni dopo, la grotta ottenne la tutela dalla Soprintendenza ai monumenti della città, e il Ministero dell’Educazione Nazionale la dichiarò luogo d’interesse pubblico. Fu allora che vennero stanziati i fondi per fare della grotta un’attrazione turistica, che poteva essere visitata scendendo una scaletta di ferro, posizionata dopo una galleria d’ingresso. La famosa stalagmite centrale si raggiungeva attraverso un passaggio scavato nella roccia, mentre, più in basso, c’era un lago; è stato il lavoro lento e implacabile dell’acqua di una sorgente ad aver conferito alla stalagmite, dopo ottomila anni, la forma che la contraddistingue. Ma la Madonna non è la sola figura ad occupare la grotta, poiché al suo interno vi si trovano anche migliaia di stalagmiti minori che richiamano profili di piante, di angeli e di uccelli.

    Negli anni cinquanta, le scuole elementari organizzavano visite alla grotta, che è stata però chiusa nel 1973 per ragioni di sicurezza. Nonostante nel 1998 la regione abbia stanziato un contributo per i lavori di consolidamento, e, nel 2011, la comunità di Rebocco abbia lanciato un’iniziativa per salvarla dall’incuria, oggi la grotta, sconosciuta alla maggioranza degli spezzini, versa in uno stato di degrado e di abbandono.

  • La Spezia - 11/04/2016

    La leggenda della Pa...

    La leggenda della Palmaria.

    La storia dell’isola Palmaria è legata all'impresa di un ingegnoso e singolare personaggio chiamato papà Lucerna.

    La leggenda narra che papà Lucerna fosse stato abbandonato, neonato, a causa del suo aspetto magro e deperito; a prendersi cura di lui era stata una parente, grazie alla quale papà Lucerna era diventato un giovane robusto e atletico. Dopo questo cambiamento, i suoi quattro fratelli lo avevano accolto nuovamente in famiglia, scoprendo ben presto che il ragazzo era molto più in gamba di loro.

    Papà Lucerna, infatti, faceva affari vendendo nuovi attrezzi per pescare da lui stesso ideati, tra i quali delle specie di panieri di vimini con un’apertura a tronco di cono, che vengono utilizzati ancora oggi per intrappolare i pesci. I fratelli avevano cercato d’imitarlo, ma le loro invenzioni si erano rivelate tutte un fallimento, al punto che l’invidia nei confronti di papà Lucerna li aveva portati a privarlo dell’attrezzatura per la pesca. Ma fu proprio in quest’occasione che il giovane aveva mostrato tutto il suo ingegno e la sua scaltrezza: legandovi una fune, aveva creato un amo improvvisato da una caviglia di ferri e, dalla punta del promontorio di Portovenere, l’aveva lanciata in mare. Si narra che ad un certo punto qualcosa sembrò abboccare, e papà Lucerna aveva tirato con tanto impeto da portare a galla un’isola: la Palmaria, appunto.

    Dopo quest’impresa, papà Lucerna era diventato il comandante di una gigantesca nave che non approdava mai in nessun porto, ma che era destinata a navigare fino alla fine del mondo. Nonostante la storia di questo curioso personaggio sia stata definita una “variante ligure della leggenda nordica del vascello fantasma”, in realtà si tratta della sua antitesi, dal momento che, mentre l’incontro con l’enorme veliero era considerato un segnale di buon auspicio, il vascello fantasma preannunciava invece disgrazie e naufragi.

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