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  • La Spezia - 28/05/2016

    Il 28 maggio del 192...

    Il 28 maggio del 1922, se ne andava Giovanni Capellini, importante geologo e paleontologo spezzino.

    Nato alla Spezia nel 1833, Capellini viene indirizzato dai genitori prima alla carriera di musicista, e poi a quella ecclesiastica, riuscendo a intraprendere gli studi sulla geologia, grazie al Comune della Spezia, che provvede a pagargli le spese all'Università di Pisa. È poi il rettore del Seminario di Pontremoli a offrirgli l'incarico di Prefetto nel Seminario cittadino; dopo la laurea, Capellini diventa geologo, e inizia a compiere ricerche esplorative sulle Alpi Apuane, arrivando a distinguersi all’interno degli ambienti accademici. In seguito alla permanenza in Francia per approfondire gli studi, l’uomo diventa professore di Storia naturale nel Collegio nazionale di Genova, e, poco dopo, insegnante di geologia all'Università di Bologna, di cui diventerà anche rettore.

    È il 1962, quando Capellini approfondisce, nel Nebraska, le sue indagini antropologiche, ed è proprio quando si trova negli Stati Uniti, che cresce in lui l’interesse per la preistoria umana.
    Iniziatore della carta geologica d'Italia, e più volte presidente della Società geologica italiana, oltre che senatore del Regno d'Italia nella XVII legislatura, Capellini, per i suoi studi e le sue numerose ricerche, è stata una figura di spicco nell’ambito della geologia e della paleontologia.

    L'Accademia di Scienze spezzina, nata il 1º gennaio 1924 come naturale erede della Società Lunigianese di Storia Naturale fondata nel 1919, porta il suo nome: essa ha l’obiettivo di contribuire al progresso generale delle scienze, promuovendo le ricerche e gli studi sulla Lunigiana e sulle regioni limitrofe.
    È, inoltre, al geologo spezzino che l’università di Bologna deve gran parte della sua fama internazionale, ed è per questo che gli ha intitolato il Museo geologico universitario, da lui curato e trasformato.

    La Spezia ha dedicato, a questo nostro illustre concittadino, il monumento in via Chiodo, realizzato da Angiolo Del Santo, e Giovanni Capellini è anche il nome della via principale del centro di Portovenere.

  • La Spezia - 26/05/2016

    Era la notte tra il...

    Era la notte tra il 26 ed il 27 maggio del 1993, quando in via dei Georgofili a Firenze, lo scoppio di un’autobomba imbottita con circa 277 chilogrammi di esplosivo causò la morte di cinque persone: tra queste, c’era anche il sarzanese Dario Capolicchio.

    Originario di Palermo, ma cresciuto a Sarzana, Capolicchio aveva solo 22 anni quando perse la vita nell’attentato di Cosa Nostra, avvenuto proprio nel centro storico del capoluogo toscano, dove il ragazzo studiava architettura con la fidanzata. La città di Sarzana gli ha dedicato una piazza, mantenendo sempre vivo il ricordo del giovane anche grazie all’impegno dei ragazzi di Libera e del presidio che, dal 2009, porta il suo nome, soprattutto durante eventi come il “Cantiere della legalità”, con incontri e dibattiti di formazione rivolti principalmente agli studenti.

    Oltre all’uccisione di Capolicchio, la terribile strage di via dei Georgofili, provocò la morte dell’intera famiglia Nencioni e di due coniugi, mentre altre 40 persone rimasero ferite. L’attentato segnò l’inizio della drammatica stagione delle stragi di mafia del ‘92-‘93, quando, tra gli altri, persero la vita i giudici Falcone e Borsellino.

  • La Spezia - 24/05/2016

    Ha preso il via vene...

    Ha preso il via venerdì, alla Spezia, la mostra postuma dedicata alle opere di Luciano Francesconi, nostro illustre concittadino.

    Nato alla Spezia nel 1934, e scomparso nel 2011, Francesconi, dopo gli studi all’Accademia di belle arti di Carrara, si specializza nell’illustrazione giornalistica. Tra gli anni 50 e 60, esordisce come attore in molte piéces messe in scena dal “Piccolo teatro città della Spezia”. Trasferitosi poi a Milano, collabora con il periodico Humour Graphic, e, nel 1965, diventa vignettista per il Corriere della sera, dove rimane per quasi 50 anni. Sin da subito, giornalisti e scrittori come Dino Buzzati, Eugenio Montale, Umberto Eco, Pierpaolo Pasolini, ed Enzo Biagi s’interessano ai suoi disegni.

    Sono proprio le vignette brillanti e ironiche di Francesconi, pubblicate sul quotidiano dagli anni 80 al 2011, l’oggetto della mostra che mette in scena, attraverso un repertorio con oltre 200 disegni originali di cronaca milanese, la sua lunga carriera di grafico al Corriere della sera. L’allestimento dedicato a questo talentuoso artista presenta anche una serie di opere inedite: oli, acquerelli e collages, che testimoniano l’aspetto più personale della vita del vignettista.

    La nostra città vuole, dunque, omaggiare l’amato disegnatore spezzino, il quale, armato di matita e acquerelli, sapeva comunicare in modo ironico e bonario.

    Quella di Spezia è la seconda mostra postuma dell’artista, dopo quella che si è tenuta alla Triennale di Milano nel 2014, intitolata “Luciano Francesconi: una matita geniale al Corriere della Sera”, che fu corredata dalle intense testimonianze dei colleghi del Corriere.

    Definito un “artista per nascita”, dal giornalista Ettore Mo, il disegnatore se n’è andato a 77 anni, e il Corriere lo ha salutato con questo titolo: «Addio a Francesconi, l’artista in redazione».

  • La Spezia - 24/05/2016

    Sono passati cinque...

    Sono passati cinque anni dalla scomparsa di Giovanni Giudici, poeta e giornalista del secondo Novecento, originario delle Grazie.
    Seppur legatissimo alla sua terra d’origine, dove trascorre l’infanzia e le estati, Giudici studia a Roma, dove il padre si trasferisce nel 1933; dopo l’iscrizione alla facoltà di medicina, il giovane passa a lettere, ed è alla fine del 1941 che risalgono i suoi primi contatti con i militanti antifascisti.

    Durante la guerra, Giudici, per non prestare il servizio militare, si rifugia da un amico, e, dopo l’armistizio, prende parte all'attività clandestina del Partito d'Azione, contribuendo alla fondazione del giornale “La nostra lotta”. È poi alla fine del conflitto, che continua la sua attività politica nel Partito socialista italiano di unità proletaria, facendo anche le prime esperienze letterarie nel genere del racconto.

    “Compagno, qualche volta” è il titolo della sua prima poesia, pubblicata sul numero speciale di "Rivoluzione Socialista", del 2 giugno 1946. Un anno dopo, Giudici diventa cronista per il quotidiano "L'Umanità" di Roma, venendo poi assunto come capocronista il 1º gennaio 1948. Nel corso degli anni, l’uomo collabora con diversi giornali di sinistra, come l'Espresso, l'Unità e Rinascita.
    La sua prima raccolta di versi dal titolo “Fiori d’improvviso” esce nel 1953 e, qualche anno dopo, Giudici, trasferitosi a Ivrea, inizia a lavorare all’Olivetti, dedicandosi alla conduzione del settimanale "Comunità di fabbrica".

    È con l’uscita della raccolta “La vita in versi”, nel 1965, che il poeta ligure si afferma in modo decisivo nel panorama letterario italiano, pubblicando, negli anni successivi, anche le raccolte “O Beatrice”, “Il male dei creditori”, “Il ristorante dei morti”, e “Lume dei tuoi misteri”.

    Ma Giudici, oltre che poeta, giornalista e letterato, fu anche un valido traduttore e critico letterario, vincitore, nel 1987, del premio Librex Guggenheim-Eugenio Montale per la poesia, grazie al suo originale poema d’amore dal titolo “Salutz”. Sempre nell’87, il Fondo Letterario dell'Unione Sovietica gli assegna il Premio Puskin per la versione dell' ”Onieghin”, e, nel 1992, conquista il premio Bagutta. Nel 1997, si aggiudica anche il premio Antonio Feltrinelli dall'Accademia Nazionale dei Lincei, e, nel 2000, l’intera opera poetica di Giudici, scomparso il 24 maggio all’età di 86 anni, è stata raccolta nel "Meridiano" Mondadori.

  • La Spezia - 23/05/2016

    Sono tornate a Levan...

    Sono tornate a Levanto le ceneri di Guido Currarino, luminare della radiologia pediatrica emigrato negli Usa, ma originario di Levanto.

    Nato nella cittadina ligure nel 1920, Currarino, dopo la laurea in medicina all’università di Genova, alla fine degli anni '40 si era trasferito negli Stati Uniti per specializzarsi in pediatria. È qui che l’uomo aveva lavorato insieme ai più importanti professori statunitensi, arrivando a dirigere diverse strutture ospedaliere: nel 1965, Currarrino era diventato primario radiologo presso il "Dallas Children's Medical Center". Impegnato anche nel campo della ricerca, il medico ligure è stato, inoltre, fautore di numerose scoperte, tra cui quella dell'osteopatia idiopatica ereditaria, sindrome che porta il suo nome. Tanti i riconoscimenti, a livello internazionale, ottenuti da Currarino, il quale, nel 1995 è stato insignito della medaglia d’oro dalla Società di radiologia pediatrica americana.

    Il sindaco di Levanto, Ilario Agata, ha ricordato Currarino, scomparso a Dallas nel dicembre scorso, definendolo “un personaggio di grande spessore, che per tutta la sua vita professionale ha contribuito a far compiere importanti passi avanti nella medicina che si occupa dei pazienti più deboli e fragili come i bimbi. Pur avendo scelto per motivi professionali di trasferirsi negli Stati Uniti, Currarino è sempre rimasto un simbolo della comunità levantese, uno di quei personaggi che con il loro operato prestano un grande servizio alla scienza e ci rendono orgogliosi di essere loro concittadini".

  • La Spezia - 23/05/2016

    Il 23 maggio di due...

    Il 23 maggio di due anni fa, se ne andava l’avvocato Domenico Bevilacqua, Presidente Onorario dell’Accademia Lunigianese di Scienze “Giovanni Capellini”.

    Appassionato di studi storiografici e al vertice dell’Ordine degli avvocati, Bevilacqua, pur svolgendo la professione forense con impegno e serietà, era molto attivo anche in politica: dopo la guerra e una lunga prigionia negli Stati Uniti, nel 1947 è stato tra i protagonisti della scissione socialista di Palazzo Barberini a Roma, che portò alla nascita del Partito social-democratico italiano. Come esponente di questa formazione politica, Bevilacqua, dal 1957 al 1971, ha rivestito la carica di vicesindaco della Spezia in diverse giunte, da quella Federici, a quelle rette da Musiani e Ferdeghini.

    Tra i numerosi incarichi che ha ricoperto, come Presidente della sezione spezzina di Italia Nostra, Bevilacqua si è battuto contro l’ampliamento della raffineria SNAM, in favore dell’ambiente e, nel ruolo di presidente dell’Azienda del Turismo della Provincia, ha contribuito allo sviluppo di questa fondamentale attività economica.

    Fautore di diverse iniziative culturali, dal maggio del 2001, l’uomo è stato, per quasi dieci anni, il presidente dell’Accademia Capellini, che lo ha ricordato per la sua ironia, intelligenza e facezia, con cui, seppur anziano, amava rievocare le esperienze della sua intensa e lunga vita, tra cui quella di giovane studente spettatore stupefatto di una furibonda serata futurista, condotta da uno scatenato Marinetti, al Teatro Civico della nostra città, nel 1933.

    “Ci lascia un apprezzato uomo di cultura, difensore dei più deboli, un vero socialista e democratico. Con il suo impegno civile e politico ha arricchito questa nostra comunità. I tanti insegnamenti e consigli che anche in questi anni recenti, in cui non ha voluto far mancare la sua vicinanza al partito socialista, resteranno patrimonio di una nuova generazione socialista che mai lo potrà dimenticare”: queste le parole commosse pronunciate, due anni fa, dal segretario regionale del Psi Maurizio Viaggi, in ricordo di Bevilacqua.

  • La Spezia - 21/05/2016

    Avrebbe compiuto 90...

    Avrebbe compiuto 90 anni, oggi, Albino Buticchi, dirigente sportivo spezzino, nato a Cadimare il 21 maggio del 1926, e scomparso nel 2003.

    Figlio di un giusta-carrozze e di una lattaia, dopo aver partecipato alla Resistenza e aver vissuto la drammatica esperienza della deportazione, è negli anni 60 che Buticchi diventa petroliere, arrivando a ricoprire il ruolo di responsabile dell’azienda BP, nel Nord Italia.

    Il 1972 rappresenta un anno decisivo per l’imprenditore, il quale, succedendo all’avvocato Federico Sordillo, diventa presidente dell’Associazione Calcio Milan: durante la prima stagione da presidente, la squadra rosso nera acquista Chiarugi dalla Fiorentina, vincendo, poi, la sua terza Coppa Italia e la seconda Coppa delle Coppe.

    Nonostante la sconfitta con il Verona durante l’ultima giornata di campionato, nelle due stagioni successive il club si aggiudica piazzamenti di media classifica, perdendo, però, tre finali di coppa. È il 21 dicembre del 1975, quando Buticchi decide di cedere la presidenza a Bruno Pardi, a seguito di un contrasto con i tifosi e con il capitano Gianni Rivera, per aver ipotizzato uno scambio tra lo stesso Golden Boy e Claudio Sala.

    Nel 1983, il vizio del gioco d’azzardo porta Buticchi al primo tentativo di suicidio, che gli provoca la perdita della vista. È dopo il periodo di convalescenza, che l’uomo inizia a dedicarsi alla beneficienza, e decide di riconciliarsi con Rivera. Ma, nel 1992, a causa di un’ingentissima perdita al casinò, Buticchi tenta invano, nuovamente, di togliersi la vita, incontrando poi la morte, il 13 ottobre del 2003, alla Spezia.

  • La Spezia - 19/05/2016

    Sono passati due ann...

    Sono passati due anni dalla scomparsa di Emanuele Boni, il 26enne sarzanese stroncato da una malattia contro la quale combatteva da quando era bambino.

    Emanuele era un tifoso sfegatato della Juventus, squadra che, con il gruppo “Noi ci siamo” dei Bravi Ragazzi, seguiva sempre allo Juventus Stadium, e spesso anche nelle trasferte in giro per l’Italia. La sua grande passione per il calcio aveva contribuito a dargli la forza di lottare e non arrendersi, restando sempre ottimista e infondendo speranza negli altri.

    Per l’amico Emiliano, Emanuele era “una persona speciale, un irriducibile combattente che ha lottato fino alla fine contro un'ingiustizia diabolica. Ci ha insegnato che la determinazione e il sorriso possono sconfiggere tutto, anche le cose peggiori”.
    Dipendente di Acam Gas, il giovane prima di spegnersi, aveva espresso con fermezza la voglia di tornare al lavoro il prima possibile, spinto dal desiderio di fare altri passi avanti e migliorare la propria posizione lavorativa.

    Tutta la curva sud ricorda con affetto Emanuele, un ragazzo sempre sorridente, appassionato della vita e dello sport, che se n’è andato troppo presto.

  • La Spezia - 19/05/2016

    La nostra città pian...

    La nostra città piange la scomparsa di Carlo Neri, spentosi ieri sera all’età di 76 anni.

    Spezzino di piazza Brin, Neri, oltre ad aver lavorato alle Poste, è ricordato per essere stato anche un grande sportivo: calciatore e allenatore, negli anni 60 aveva militato nella Castelfiorentino e nella Carrararese, per poi, un decennio dopo, entrare nell’Arsenalspezia e nel Lerici.

    Appassionato di sport e di vita all’aria aperta, l’uomo amava le passeggiate in montagna e nei boschi, ma, qualche anno fa, era stato colpito da una grave malattia degenerativa alla quale si è dovuto arrendere.

  • La Spezia - 18/05/2016

    Il calcio dilettanti...

    Il calcio dilettantistico della Spezia è stato colpito da una grave perdita: domenica scorsa, è mancato all’improvviso Gabriele Sottoriva, dirigente delle formazioni giovanili della Tarros Sarzanese.

    La società di Sarzana ha ricordato Gabriele come una persona “semplice e sempre disponibile, che seguiva ogni gara dei nostri giovanissimi 2002”, e si è unita al dolore della famiglia per questa tragica scomparsa.

  • La Spezia - 18/05/2016

    Un anno fa, Monteros...

    Un anno fa, Monterosso piangeva la scomparsa del 57enne Gian Luigi Contardi, che ha lasciato un grande vuoto in tutti quelli che lo conoscevano.

    Residente a Monterosso, Contardi aveva gestito un’enoteca in via Roma, finché essa non andò drammaticamente distrutta dalla furia dell’acqua, durante la tragica alluvione che aveva colpito duramente il nostro territorio nel 2011. Ma il commerciante, invece di arrendersi, coraggiosamente e con sacrificio, si era rimboccato le maniche, e, insieme alla moglie, era riuscito a riavviare l’attività, per poi cederla, e aprire un bed and breakfast.

    L’uomo era stato anche impegnato in politica, nelle vesti di referente locale del Partito Democratico; grazie alla sua grande voglia di vivere, Contardi ha combattuto fino all’ultimo, ma, alla fine, si è dovuto arrendere alla malattia che l’aveva colpito.

    Confcommercio La Spezia lo aveva descritto come un “uomo buono, gentile e generoso, che nei rapporti con la nostra associazione si è sempre contraddistinto per il lavoro volto al bene comune, dell’economia monterossina ma soprattutto della comunità in cui viveva e per cui viveva”.

  • La Spezia - 17/05/2016

    Il mondo dell’arte s...

    Il mondo dell’arte spezzina piange la scomparsa improvvisa del pittore 74enne Vittorio Sopracase, che soltanto sabato scorso aveva inaugurato la sua mostra "Colorfieldpainting", alla galleria SpaziArte alla Spezia.

    “Foibe: dipinti e bozzetti Esodo: documenti, foto e video” è il titolo della mostra realizzata da Sopracase nel febbraio 2013 per illustrare il ricordo dell’esodo istriano. Proprio in quell’occasione, il pittore, che aveva vissuto in prima persona il dramma delle foibe con la scomparsa del padre, aveva dichiarato: "È un percorso mio, per me si tratta di un’esigenza da tirare fuori dopo tanti anni. È il mio modo di omaggiare una persona che non ho mai conosciuto a fondo, perché mio padre è stato portato via quando avevo tre anni. Ho deciso, così, senza una ragione precisa di cominciare a dedicare questo lavoro a mio padre e a tutti quelli che come lui sono finiti nelle foibe".

    Sopracase era nato a Galizana di Pola nel 1942, e, dal 1947 era cittadino spezzino, a seguito al terribile massacro che aveva coinvolto anche la sua famiglia. Nel 2008, l’uomo era stato, meritatamente, tra gli espositori della XV Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma, e, nel 2010 aveva donato al Comune della Spezia una tela che rievoca la tragedia delle foibe. Diverse opere di questo artista appassionato si trovano nelle Collezioni Civiche e in quella della Camera di Commercio e della Prefettura, esposta nel Palazzo del Governo.

    Tutta la città ha accolto con cordoglio la notizia della morte di Sopracase, che il critico d'arte Valerio Cremolini ha ricordato così: "Ho lasciato Vittorio sabato scorso verso le 18.30 davanti all'ingresso della galleria Spaziarte in via Tommaseo, dove alle 18 era stata inaugurata la sua personale. Con altri visitatori, ho brindato al successo della mostra. Mai pensavo che sarebbe stato il nostro ultimo incontro. Conversava serenamente, e, come i migliori professionisti, ascoltava attentamente le opinioni sui suoi dipinti, peraltro inconfondibili e pieni di vita. Con riferimento alla mia militanza pluridecennale tra la realtà artistica spezzina, ho avuto modo di conoscere Sopracase sin dai primi anni Settanta, e aveva piacere di sentirsi, con altri colleghi coetanei, continuatore della migliore tradizione pittorica della nostra città. Purtroppo, troppo presto, ha concluso la sua vicenda terrena. Auspico un impegno corale per onorarne la memoria".

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