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  • La Spezia - 16/06/2016

    Oggi, la nostra citt...

    Oggi, la nostra città e lo Spezia Calcio ricordano l’eroe spezzino Alberto Picco, che perse la vita il 16 giugno 1915, durante la battaglia per la conquista del Monte Nero.

    Tra i fondatori dello Spezia Calcio 1906, Picco partecipò alla prima amichevole ufficiale della squadra spezzina, segnando il primo gol contro la Virtus Juventusque Livorno, nel 1912. Con lo scoppio della Grande Guerra, il giovane dovette interrompere la sua carriera calcistica, e si arruolò nel Regio esercito, arrivando a ricoprire il ruolo di sottotenente, nel battaglione 'Exilles' del 3° Reggimento Alpini.

    Il 24 maggio 1915, il Regno d’Italia entrò in guerra, e il battaglione di Picco era schierato a Montemaggiore, sulle Alpi Giulie, impegnato in battaglia contro il contingente ungherese della Honved. Il sottotenente spezzino, nella notte fra il 15 ed il 16 giugno, si pose all'avanguardia di un gruppo di 130 alpini, che avevano il compito di conquistare la cima del Monte Nero, sulla riva sinistra dell'Isonzo, sopra Caporetto. Poco prima dell'alba, gli italiani attaccarono l'avamposto del Regio esercito ungherese, e, dopo aver sbaragliato, con un plotone di soli 4 esploratori, il contingente nemico composto da oltre 200 uomini, Picco rimase ferito prima a un piede, poi al ventre: ad appena 21 anni, il sottotenente spezzino morì eroicamente, a più di 2200 metri dalla cime del Monte Nero. Dopo le due medaglie di bronzo che aveva ricevuto dopo solo venti giorni di guerra, il Re Vittorio Emanuele III di Savoia, "motu proprio", insignì Alberto Picco della Medaglia d'Argento al Valor Militare.

    Oggi, lo stadio cittadino dove lo Spezia gioca le sue partite casalinghe porta il suo nome, e, nel 1966, in occasione dell'adunata annuale degli alpini, ai giardini pubblici della nostra città è stato inaugurato un monumento per celebrare le gesta eroiche del nostro illustre concittadino e primo capitano dello Spezia, che ha contribuito a nobilitare il nome della nostra città.

  • La Spezia - 16/06/2016

    Tre anni fa, il mond...

    Tre anni fa, il mondo sindacale era in lutto per la scomparsa improvvisa del 60enne Walter Andreetti, segretario provinciale della Uil della Spezia.

    Originario di Cervara di Pontremoli, nel 1982, Andreetti era entrato nella segreteria della Uilm, e, nel 1995, era diventato segretario dei metalmeccanici; ex dipendente dell’Oto Melara, l’uomo, dopo essere stato chiamato a Roma alla segreteria nazionale, nel 2007 era stato eletto segretario provinciale della Uil spezzina.
    Residente prima a Santo Stefano Magra, si era poi trasferito a Massa con la famiglia; «La competenza, la franchezza e una particolare dimensione identitaria hanno caratterizzato l’importante testimonianza che Walter ha lasciato nella complessa realtà sindacale, lasciandone una traccia incancellabile. Mi unisco al dolore dei suoi familiari, dei militanti della Uil, e di quanti ne piangono la prematura scomparsa».

    Con queste parole, tre anni fa, il ministro dell'ambiente, Andrea Orlando, ricordava Andreetti, il quale ha sempre dato il massimo alla sua comunità, dedicandosi con impegno e abnegazione al lavoro che svolgeva con passione e con spirito di sacrificio. Definito «uno dei principali difensori dei lavoratori del nostro territorio» dal senatore sarzanese Massimo Caleo, Andreetti rappresentava una personalità sindacale e politica di notevole importanza.

  • La Spezia - 13/06/2016

    La nostra città e tu...

    La nostra città e tutto il mondo scolastico piangono la scomparsa prematura del professor Marco Albano, docente di matematica al liceo scientifico Pacinotti della Spezia, spentosi all’età di 69 anni.

    Era da più di vent’anni che Albano, con professionalità e dedizione, insegnava matematica agli allievi del Pacinotti, ai quali è stato in grado d’infondere la stessa passione che lui metteva nel suo lavoro: come responsabile provinciale dei giochi matematici dell’università Bocconi, l’uomo ha contribuito a trasmettere ai suoi ragazzi non soltanto la disciplina e il rigore, ma anche l’aspetto più ludico e stimolante della matematica. Albano era infatti riuscito nell’impresa difficile di stimolare e di far appassionare i giovani a una disciplina spesso ostica, che lui, con competenza, amava insegnare.

    Il docente spezzino, per anni vicepreside del Pacinotti, non era soltanto un insegnante valido e preparato, ma, negli anni 60 e 70, era stato anche un abile giocatore di scacchi, uno dei migliori in Italia: campione italiano giovani nel 1966, campione italiano universitario nel 1972 e dominatore della scena provinciale dal 1966 al 1981, Albano aveva vinto moltissimi premi, passando alla storia per la sfida che aveva combattuto contro il campione sovietico Anatoly Karpov, durante i mondiali studenteschi del 1972, a Graz, in Austria. Fu in quest’occasione che l’uomo diede mostra delle sue qualità di scacchista, riuscendo a far finire la partita in parità.

    Tutti gli allievi ed ex allievi, i colleghi in servizio e in pensione, il dirigente del Pacinotti, e il personale scolastico ricorderanno il professor Albano con grandissima stima e ammirazione, per l’impegno instancabile con cui svolgeva il suo lavoro, dedicandosi anche all’organizzazione di progetti e d’attività extra scolastiche.

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  • La Spezia - 11/06/2016

    Esattamente un anno...

    Esattamente un anno fa, se ne andava mons. Franco Ricciardi, ex parroco di Lerici e rettore del Seminario diocesano.

    Nato a Fezzano nel 1927, terminati gli studi teologici al Seminario diocesano di Sarzana, nel 1949, don Franco viene ordinato sacerdote dall’allora Vescovo mons. Giuseppe Stella, nella sua parrocchia d’appartenenza della Spezia, la chiesa dei SS. Giovanni e Agostino. È proprio nella nostra città che, dal 1949 al 1971, fu Vicario parrocchiale, e poi anche Canonico mansionario, nella Chiesa Abbaziale di S. Maria Assunta, allora pro-cattedrale della Diocesi.

    Nominato Prevosto di Lerici, vi rimase fino al 1993, per ben 22 anni, lasciando un segno profondo alla parrocchia, e dedicandosi alla pastorale vocazionale; sono stati cinque i giovani lericini diventati sacerdoti, durante la permanenza in città di don Franco, il quale, nel 1980, aveva promosso le celebrazioni solenni, in occasione del quinto centenario della venerazione a N. S. di Maralunga, culminate nella celebrazione presieduta dal Card. Siri, arcivescovo di Genova.

    Il sacerdote ha, inoltre, il merito di aver ideato e dato vita alla festa del quotidiano cattolico Avvenire, giunta alla 41esima edizione; è in quest’occasione che Lerici ha ospitato personalità importanti della cultura cattolica del nostro tempo, tra cui il cardinale Ersilio Tonini, presenza fissa alla festa del quotidiano per diversi anni.

    È il 1993, quando don Franco viene nominato Pro Rettore del Seminario diocesano, dal Vescovo Mons. Giulio Sanguineti, dopo aver ricoperto, nei due anni precedenti, il ruolo di direttore spirituale, che riprende nel 1996. Per motivi di salute, nel 2011 l’uomo è costretto ad abbandonare l’incarico, e a trasferirsi alla Casa del clero alla Spezia.

    Confessore, per parecchi anni, nella Chiesa di Santa Maria della nostra città, don Franco è ricordato per la sua grande umanità e la sua profonda saggezza, qualità che lo hanno reso un sacerdote molto amato e apprezzato dai suoi parrocchiani.

    Dopo aver avuto la fortuna d’incontrare, nella comune parrocchia dei SS. Giovanni e Agostino, la mistica spezzina Itala Mela, il sacerdote ha contribuito a diffondere la conoscenza delle qualità spirituali della santa.

  • La Spezia - 08/06/2016

    "Per me non solo se...

    "Per me non solo se n’è andato un protagonista della storia democratica di questa comunità, con la sua militanza nella Resistenza e la sua esperienza politica e amministrativa. Se n’è andata una persona a cui ero legato da grande affetto e amicizia. Dottore in legge, aveva rinunciato all’esercizio della professione per dedicarsi alla politica": era l’8 giugno di tre anni fa, quando il sindaco della Spezia Massimo Federici commentava, con queste parole commosse, la scomparsa, all’età di 94 anni, dell’ex deputato e sindaco di Follo, Giuseppe Fasoli.

    Nato ad Atina nel 1919, Fasoli è ancora un ragazzo quando si trasferisce nella nostra città, e si laurea in giurisprudenza; antifascista e militante comunista, dopo l’armistizio, si sposta a Follo, dove partecipa alla Resistenza come ufficiale di collegamento, col nome di battaglia Tolstoj, nella IV Zona operativa.

    Dopo il 25 aprile, il Comitato di Liberazione Nazionale lo nomina sindaco di Follo, fino alle elezioni democratiche; durate la sua lunga carriera politica tra le file del PCI, Fasoli fu eletto consigliere comunale nel 1951, diventando, più volte, assessore. Nel 1963, fu, inoltre, eletto alla Camera dei Deputati, e ricoprì anche il ruolo di vicesindaco della Spezia.

    L’8 giugno 2013, alla sua scomparsa, la sezione ANPI del comune di Follo ha posto un fiore sul monumento della Resistenza, dedicandogli questo messaggio: "Questo è il fiore del partigiano, morto per la Libertà". Su quello stesso monumento, è stata anche affissa una targa in suo onore, la cui epigrafe è stata scritta dallo stesso Fasoli. Dotato di una rara umanità, e di uno spiccato senso civico ed etico, Fasoli ha incarnato il modello perfetto di come tutti dovrebbero concepire la politica: sempre disponibile e corretto con i suoi concittadini, si è sempre impegnato a comprenderli e ad aiutarli, mettendo sempre al primo posto, con generosità e altruismo, il bene della comunità, disdegnando l’attaccamento al potere. Sono state proprio queste sue qualità preziose a renderlo un personaggio stimato e apprezzato da tutti, un esempio di comportamento, da seguire e da imitare.

    Legatissimo alla nostra città, pur non essendovi nato, si considerava un vero spezzino, e ha anche contribuito attivamente, con le sue ricerche, allo studio della storia passata di Spezia.

  • La Spezia - 06/06/2016

    Oggi, la nostra citt...

    Oggi, la nostra città piange la scomparsa improvvisa del noto ristoratore, di soli 37 anni, Luca Bagordo.

    Luca era un ragazzo che, più di ogni altra cosa, amava cucinare, e, dopo il diploma alla scuola alberghiera e varie esperienze sia in Italia che all’estero, il suo grande talento lo aveva portato a gestire, dal 2011, il locale “Bago dalle corriere” in piazza Chiodo, dove i suoi clienti potevano gustare i piatti tipici della tradizione ligure. Lavoratore instancabile, il giovane, per acquisire una maggiore tecnica e professionalità in cucina, aveva lavorato anche in diversi ristoranti rinomati.

    La prematura scomparsa di Luca ha gettato nello sconforto la sua famiglia, e tutti gli amici che lo stimavano per la dedizione, per la passione e per l’entusiasmo che metteva nel suo lavoro. Oltre ai fornelli, il giovane cuoco era un appassionato di calcio e dello Spezia.

  • La Spezia - 03/06/2016

    È con profondo cordo...

    È con profondo cordoglio, che l’Associazione Spezzina Apuana Gigi Ghirotti Onlus ha accolto la notizia della morte del medico palliativista Jimmy Navarra, scomparso prematuramente pochi giorni fa, all’età di 54 anni.

    Dal 2009, Navarra lavorava alla Spezia, dove collaborava attivamente e con passione al progetto cure palliative, voluto e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio e dall’ASL 5 spezzino. Apprezzato e benvoluto soprattutto dai suoi pazienti, ai quali si dedicava costantemente, al fine di allievarne le sofferenze, il medico era stato discepolo della professoressa Alessandra Carpino Boeri, la quale ha il merito di avergli trasmesso tutto l’amore per il suo lavoro, che svolgeva con grande professionalità e amore.

    Navarra lascia un grande vuoto in tutti coloro che hanno avuto il piacere e la fortuna di conoscerlo, e che di lui hanno apprezzato la disponibilità, l’impegno, e l’entusiasmo che metteva nel suo lavoro; sono tante le persone che hanno mostrato la loro gratitudine a un medico che ha saputo comprenderle, aiutarle e sostenerle, nei momenti più duri e più difficili della loro vita.

  • La Spezia - 03/06/2016

    Un anno fa, la nostr...

    Un anno fa, la nostra città piangeva la scomparsa del pittore 76enne Graziano Dagna, personaggio di spicco e punto di riferimento per l’arte della nostra provincia.

    Sarzanese classe 1939, Dagna, dopo gli studi al liceo artistico di Carrara e all’Accademia di belle arti, era diventato insegnante di discipline pittoriche, e aveva lavorato nei licei di Carrara, di Genova, di Lucca e di Chiavari. Col passare del tempo, l’uomo si era dedicato sempre di più alla sua passione per l’arte figurativa, acquisendo uno stile personalissimo e riconoscibile; è nel 1981, che Dagna, insieme all’allora assessore al turismo Lorenzo Forcieri, aveva dato vita, nella sua amata Sarzana, alla Calandriniana, manifestazione artistica innovativa, che consente ad appassionati d’arte, ma anche a semplici turisti e passanti, di assistere, sera dopo sera, alla realizzazione delle opere degli artisti. Col passare del tempo, questa trovata originale è diventata uno degli appuntamenti più attesi e riusciti dell’estate sarzanese:

    “Con la Calandriniana, abbiamo saputo coniugare l'idea di valorizzare uno degli angoli più belli di Sarzana, con l'idea di creare qualcosa di diverso e alternativo ai tradizionali percorsi artistici, al rapporto tra un pittore isolato e chiuso nel suo studio con il mercato, i critici, i galleristi. Fin dalla prima edizione, infatti, la Calandriniana è stata un successo che si è confermato nel tempo, e questo successo è senz'altro merito tuo, Graziano. Sei un uomo buono, passionale e disinteressato, che ama l'arte e la sua città più di ogni altra cosa”. Sono state queste le parole commosse con cui, un anno fa, Lorenzo Forcieri ha ricordato il pittore sarzanese.

    Alcuni anni fa, Dagna aveva anche ideato e realizzato la mostra dal titolo “Vedute sarzanesi”, di cui facevano parte 104 disegni su cartoncino delle vie e dei sobborghi dell’ ”antica città color dell’ocra”, che ripercorrevano i ricordi d’infanzia del pittore.

    Residente a Marinella, era qui che Dagna dipingeva, e, tra primavera ed estate, portava, in ogni borgo, le sue estemporanee con i migliori pittori del territorio.

    Paola Repiccioli, una delle sue numerose allieve, lo ha ricordato come “una persona combattiva ma umile, sempre disponibile con tutti noi, e felice di condividere eventi dove magari era stato chiamato solo lui: le mostre che nascevano personali diventavano, così, collettive, con i suoi quadri mescolati ai nostri. Ho perso una persona cara e un maestro di vita”.

  • La Spezia - 01/06/2016

    Sono passati esattam...

    Sono passati esattamente due anni dalla scomparsa di Rino Capellazzi, storico cronista sportivo della nostra provincia, stroncato da una malattia, all’età di 88 anni.

    Nato a Spezia nel 1926 da una famiglia originaria dell'Emilia, Capellazzi ha solo 17 anni quando intraprende la professione di giornalista; pubblicitario e firma sportiva per più di mezzo secolo per il quotidiano La Nazione, l’uomo ha collaborato anche con Il Telegrafo, ed è stato, fino all’ultimo, uno storico corrispondente della Gazzetta dello Sport, per cui ha raccontato le vicende del suo Spezia.

    Inventore della tv locale spezzina, Capellazzi è stato uno dei primi telecronisti, e ha dato vita alla storica trasmissione sportiva di Tele Liguria Sud, dal titolo “Cento minuti d’interviste” . Il giornalista spezzino ha inoltre il merito di aver fondato il giornale satirico umoristico d’attualità Spezia's confindential, mentre Cronaca4 è il nome dell’innovativo giornale on-line spezzino da lui diretto.

    Una vita per il giornalismo, dunque, quella di Capellazzi, indimenticabile firma sportiva e mai banale, che ha narrato, per ben 70 anni, le gesta del suo amato Spezia Calcio; con la dialettica irriverente che lo caratterizzava, ha dato vita a un gergo più moderno per le cronache sportive del dopoguerra.

    Con la sua personalità particolare e il suo carattere affabile, con cui riusciva a sostenere e stimolare i giovani alle prime armi, trasmettendo loro la passione per il mestiere che amava, il cronista è considerato il decano dei giornalisti spezzini, una figura unica e indelebile nella storia della nostra città.

    Quello stesso Spezia Calcio che, per Capellazzi, «è stato motivo di vita e di sopravvivenza», queste le parole del figlio, due anni fa, lo ha ricordato così: “Lo Spezia Calcio si unisce al dolore che ha colpito la famiglia Capellazzi, privata dell'affetto di Rino, figura storica del giornalismo spezzino”.

    Lo storico club "Orgoglio Spezzino 1988" ha descritto il giornalista come “una persona che amava veramente lo Spezia, e che sicuramente, da lassù, continuerà a seguire le sue amate Aquile”.

  • La Spezia - 01/06/2016

    Il primo giugno di u...

    Il primo giugno di un anno fa, Monterosso piangeva la scomparsa di Angelo Currarino, 66enne che, per più di 40 anni, ha gestito una piccola gelateria sul lungomare di Fegina.

    Currarino era un uomo discreto, semplice, che tutte le mattine partiva da Legnaro, il suo paese natale sulle alture di Levanto, per recarsi al lavoro a Monterosso. La sua era stata una vita fatta di sacrifici e di rinunce, che lo avevano portato a lavorare sulle navi da crociera e a fare il cameriere in diversi ristoranti della zona. Poi, finalmente, l’acquisto del bar-gelateria a Monterosso, che per lui era tutto. Punto d’incontro per molti monterossini, erano tanti quelli che si fermavano nel suo locale per un gelato o per una granita durante una passeggiata sul meraviglioso lungomare.

    La grande dignità e la rara forza d’animo che contraddistinguevano Currarino gli hanno permesso di affrontare con coraggio e voglia di farcela la malattia che l’aveva colpito, ma che, purtroppo, non è riuscito a sconfiggere.

  • La Spezia - 31/05/2016

    «Luigi Fiori era una...

    «Luigi Fiori era una persona che ci ha insegnato tanto, che instancabilmente ha portato la sua testimonianza, e ha fatto in modo che i valori della Resistenza fossero parte integrante della nostra vita. Lo ricordiamo per la forza e l'umiltà con le quali ci raccontava che, alla fine, “in quegli anni ho fatto solo il mio dovere”»

    E' con queste parole che, esattamente un anno fa, il sindaco di Sarzana Alessio Cavarra commentava la scomparsa del partigiano 94enne Luigi Fiori, simbolo dello spirito ribelle della cittadina ligure.

    Nato a Sarzana, dopo l’armistizio, Fiori, da ufficiale, si unì alla Resistenza nel parmense, diventando il comandante partigiano della brigata Vampa, col nome di Fra’ Diavolo. Dopo aver combattuto contro i nazifascisti sulle colline e sulle montagne, dopo la guerra si dedicò a mantenere vivi il ricordo e la memoria delle lotte per la libertà di cui fu un protagonista di primo piano.

    Membro dell'Anpi di Lerici, e instancabile presenza al festival “Fino al cuore della rivolta” di Fosdinovo, dove ogni anno si rivolgeva ai ragazzi, raccontando loro i fatti della Resistenza, e invitandoli a non subire quello che la società imponeva loro, ma a ribellarsi come fecero lui e i suoi coetanei, Fiore è ricordato dalla sezione spezzina di Rifondazione Comunista come “un simbolo, una luminosa stella dell'antifascismo italiano, della Resistenza, della Costituzione della Repubblica, un maestro instancabile, e un combattente autentico”.

    La sua scomparsa, un anno fa, ha lasciato un grande vuoto in tutti quelli che lo conoscevano e stimavano, soprattutto per i valori, come quelli della libertà e della democrazia, che ha saputo trasmettere, in particolar modo, ai giovani. Gli anni e la guerra non avevano indebolito la personalità ribelle e il vigore di Fiori, il quale ha sempre attribuito, alla memoria e al ricordo, un’importanza fondamentale: i suoi racconti e le sue testimonianza preziose rappresentano un patrimonio di tutta la comunità, che continua a vedere in lui un esempio da seguire.

  • La Spezia - 30/05/2016

    A quasi due anni dal...

    A quasi due anni dalla scomparsa, sabato scorso, al Circolo di Rappresentanza M.M. Consubin Le Grazie, si è svolto un memorial in ricordo del conosciutissimo dottor Giuseppe Cozzani.

    Nato alla Spezia nel 1930, dopo la laurea in medicina all’università di Genova nel 1955, Cozzani resta nel capoluogo ligure per iniziare un periodo di formazione nel reparto di ortodonzia. È il 1959, quando ottiene la specializzazione in Odontoiatria e protesi dentale, dopodiché si sposta a Bologna per frequentare il reparto di ortodonzia diretto dal professor Giorgio Maj.

    Il medico spezzino è noto per essere stato uno dei primi a mostrare vivo interesse verso la gnatologia, una branca abbastanza recente dell’odontoiatria, arrivando poi ad approfondire lo studio dei problemi dell’articolazione temporo-mandibolare.

    I primi a ricordare la figura indimenticabile di Cozzani, durante la cerimonia d’apertura dell’evento a lui dedicato, sono stati il figlio del dentista, il presidente del Concil of European Dentists, dr. Marco Landi, e il dr. Salvatore Barbagallo, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri La Spezia.

    Non erano soltanto le sue qualità professionali a rendere Cozzani un personaggio molto amato e apprezzato, ma anche e soprattutto le sue doti umani: la sua modestia, la sua grande umanità e simpatia, la sua generosità e la disponibilità e semplicità con cui riusciva a trasmettere tutto quello che sapeva lo avevano reso un professionista benvoluto e apprezzato da tutti.

    Il medico spezzino si è sempre distinto per la sua scelta di voler restare un libero professionista, libero di pensare, di agire, di creare, di ricercare e di sbagliare per migliorare, e tutti i suoi concittadini lo ricordano con stima e affetto.

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