Sentite condoglianze alla famiglia R.i.p 😥...
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Perugia - 17/04/2016
Arrivederci ingegner...
Arrivederci ingegnere.
Ci ha lasciati, all'età di 68 anni, Tommaso Goracci, noto professionista molto conosciuto in Umbria. A portarlo via è stato un male infame, che in poco più di un mese lo ha consumato senza dargli scampo.
Docente all'Istituto per geometri di Perugia, ingegnere stimato e grande appassionato di sport, di rugby in particolare.
Giovanissimo ha militato nelle file del Rugby Perugia e da adulto è divenuto capitano degli Old Rugby Umbria. Noto a tutti per la sua grande onestà e dedizione al lavoro, cordiale con chiunque e d'animo gentile, lascia un incolmabile vuoto nella comunità e nell'ambiente sportivo umbro che lo vedeva sempre in prima fila.
Mancherà a molti Tommaso, ma soprattutto alla moglie Elisabetta ed ai figli Andrea ed Alessandra, che perdono una guida, un fondamentale punto di riferimento. -
Perugia - 17/04/2016
Oggi è un giorno tri...
Oggi è un giorno triste per la politica perugina e non solo. Oggi si ricorda la scomparsa di Giulio Cozzari, politico di lungo corso ed ex Presidente della Provincia. Fin da giovane è stato un punto di riferimento della DC e, come amava definirsi, un democristiano ribelle che non aderì mai al PD.
Nella lunga carriera in politica si è dimostrato capace di scelte innovative, portando nel capoluogo umbro una ventata di rinnovamento istituzionale. Profondamente vicino al mondo cattolico, era considerato da tutti uomo di notevole spessore umano, oltre che grande professionista. Con la sua scomparsa se ne va un importante pezzo della storia dei cattolici democratici in Umbria, figura di estrema onestà e correttezza, capace di portare a termine egregiamente alti incarichi di livello istituzionale. Anni difficili quelli del suo mandato come Presidente, affrontati con serietà ed impegno, con l'unico obiettivo di tutelare l'ente che rappresentava ed i cittadini che avevano tanto creduto in lui. Il suo è stato un contributo prezioso e insostituibile allo sviluppo socio-economico della regione e un esempio per le generazioni future.
Il suo stile e la sua visione sempre aperta al confronto, anche al di fuori del partito, facevano di lui un modello da seguire di altissimo valore. E' mancato e continua a mancare non solo alla sua famiglia, ma all'intera Umbria che ha perso il suo impegno politico, la sua abilità nell'amministrare la cosa pubblica e soprattutto la sua saggezza. -
Perugia - 15/04/2016
Giuseppe Mazzatinti...
Giuseppe Mazzatinti
Gubbio, fiorente cittadina culla di cultura, ha dato i natali a molti personaggi poi diventati di spicco. Giuseppe Mazzatinti, filologo, bibliografo e bibliotecario italiano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della cultura al liceo Annibale Mariotti di Perugia, dove incontra ed ha modo di entrare a contatto con orizzonti di pensiero ben più ampi di quelli eugubini. E proprio in questo ambiente che, oltre ad una marcata predisposizione per le materie letterarie, scopre una spiccata avversione per la filologia.
Da qui l'idea di iscriversi all'Università di Pisa, dove consegue la laurea in lettere e filosofia, conseguendo lo stesso anno anche l'abilitazione all'insegnamento.
L'esperienza toscana vissuta durante gli studi, incide fortemente sull'orientamento culturale di Giuseppe che grazie infatti al contatto con professori di elevata caratura, sviluppa ed accresce la sua formazione, arricchendo sempre più il suo bagaglio culturale. Una prima parte della sua professione di insegnante viene svolta proprio a Gubbio, ma a causa di divergenze intercorse con i cenacoli culturali eugubini, questa si concluse in brevissimo tempo.
Trasferitosi così dapprima ad Alba e poi a Forlì, ricevette l'elogio di Giovanni Pascoli che, dopo una visita ispettiva al liceo, nella relazione redatta per il ministero, lodò la «benemerita attività nel campo pubblico e cospicuo delle scienze» del Mazzatinti, osservando come egli fosse «un ottimo insegnante, fervido ed efficace, educatore di anime». Il Ministero della Pubblica Istruzione lo inviò a Parigi, col compito di censire e catalogare i codici italiani conservati nelle biblioteche francesi, permettendogli di alimentare enormemente la sua infinita sete di conoscenza.
La parte fondamentale del suo lavoro di ricerca è sicuramente rappresentata dallo studio dei beni documentari conservati in archivi e biblioteche e dalla loro divulgazione grazie alla compilazione di inventari e registri.
Proprio mentre era intento a raccogliere il materiale necessario per la redazione del carteggio di Garibaldi però, morì lasciando l'opera incompiuta. -
Perugia - 15/04/2016
“Il materiale cerami...
“Il materiale ceramico è tanto suadente da costituire una vera trappola per chi lo pratica”
E' già passato un anno dalla morte, lo scorso 15 aprile, dell'artista eugubina Nedda Guidi.
Nata a Gubbio nel 1927, sin dai primi anni della vita si trasferisce a Roma, dove vivrà e lavorerà per quasi tutta la sua vita.
Laureata in Filosofia, autodidatta nello studio e nella lavorazione della ceramica, aiutata solo dall'attenta osservazione degli impiegati presso alcune manifatture umbre. Da questo momento in poi la terracotta diventerà il suo più grande mezzo d'espressione e lei diventerà pian piano tra le presenze più attive e celebri delle biennali eugubine della ceramica, insignita di diversi e prestigiosi premi.
Le sue grandi abilità le permisero, a partire dalla metà degli anni '50, di operare al fianco di grandi maestri del calibro di Fontana e Leoncillo, sperimentando innovative tecniche e lasciando per sempre il segno nel linguaggio artistico. La sua fama nazionale ed internazionale l'ha fatta conoscere in tutto il mondo. Da Seoul a Hagueneau, dalla Svizzera alla Germania, passando per Francia, Turchia, Spagna e Giappone. Nonostante fosse ormai una cittadina del mondo, Nedda Guidi non ha mai reciso quel profondo legame che la univa alla città natale, nella quale tornava spesso, ogni volta che le era possibile.
A Gubbio dona alcune delle sue importanti opere, oggi esposte a Palazzo dei Consoli, adoperandosi e partecipando attivamente alla vita culturale del paese.
Artista ricca di insegnamenti, verrà ricordata come un raro esempio di umiltà e grande sensibilità, umana ed artistica. -
Perugia - 13/04/2016
Etonie.
Il 13 april...Etonie.
Il 13 aprile nasceva a Foligno Ettore Bellini, detto Etonie, famoso ingegnere ed inventore italiano.
Sin da bambino affascinato dal mondo dell'ingegneria, ottiene la laurea presso l'Università di Napoli e viene subito assunto dalla Regia Marina Italiana come ingegnere elettrotecnico.
Fa carriera nell'ambiente e con il passare degli anni arriva all'ambito titolo di capo del Laboratorio Elettrico Navale con sede a Venezia.
Qui svolge, come responsabile, importanti ricerche in ambito militare, tra cui lo studio delle applicazioni delle onde radioelettriche a navi da guerra e sottomarini.
La sua intelligenza non passò inosservata ed a notarlo fu addirittura Guglielmo Marconi, che lo volle come suo fedele assistente e collaboratore, portandolo con se nei suoi viaggi tra Francia ed Inghilterra per approfondire l'analisi dell'uso pratico della radiotelegrafia. E' proprio in Francia che da libero sfogo al suo sapere: al fianco di Alessandro Tosi sperimenta la direzionalità delle onde herziane ed attira l'attenzione di una grande azienda italiana. A patrocinare il progetto sarà proprio la Fiat nella persona di Giovanni Agnelli. Durante i suoi numerosi viaggi incontra l'amore in una donna francese, che poi sposerà trasferendosi definitivamente in Francia. E' proprio la patria di Luigi XIV a ribattezzarlo Etonie, nome con cui è tuttora conosciuto.
Nonostante la “francesizzazione” per ragioni affettive, mai abbandona l'orgoglio di essere italiano. Si batte affinché i figli ottengano la cittadinanza d'Italia, iscrivendoli nei registri anagrafici del comune di Foligno.
Inventore di fama europea, immortale dopo la morte terrena. Le sue invenzioni, considerate estremamente avanguardiste, fanno di lui uno degli uomini più brillanti del 900. -
Perugia - 12/04/2016
Ciao Tancio.
E' già...Ciao Tancio.
E' già passato un anno da quel tragico incidente.
Il Guerriero, come molti qui a Perugia amavano definirlo, se n'è andato in sella alla sua moto, tra il dolore di molti.
Vincenzo era uno dei protagonisti della vita perugina, sempre pronto ad una bella serata con gli amici in allegria.
Gigante si, vista la militanza nella squadra regionale di pallacanestro, ma buono, come ricorda oggi chi lo conosceva e gli voleva bene. Attaccatissimo alla sua città, la quale ricambiava con amore, considerandolo uno dei suoi figli più conosciuti e stimati.
Una grande passione quella per la sua moto, inseparabile amica di lunghe avventure e purtroppo, compagna anche in quello che sarà il su ultimo viaggio.
Una sola fede: il Perugia calcio. Immancabile ad ogni partita, era uno dei pilastri della curva biancorossa.
Tutti uniti intorno a lui e così è stato anche nel giorno dell'ultimo saluto. La chiesa non è bastata a contenere la folla accorsa a dare l'arrivederci all'uomo rimasto ragazzo che sapeva farsi amare da tutti. Oggi è il giorno del ricordo, il giorno in cui si cerca di sorridere pensando a quel giovanotto che viveva sempre a mille e che toccava il cuore della gente.
E come la gente ha ricordato nel giorno dei funerali: “Ciao Tancio, Perugia ti ringrazia”. -
Perugia - 10/04/2016
Troppo presto per mo...
Troppo presto per morire.
Luciano Fancelli nasce il 10 aprile 1928 e da subito si trova circondato dalla melodia. Il padre violinista e la madre pianista gli trasmettono l'amore per la musica che lo accompagnerà per tutta la vita.
E' proprio insieme ai genitori che muove i suoi passi nella città di Foligno. Dall'età di 16 anni prende parte all'orchestra Fancelli, conosciutissima nell'immediato dopoguerra umbro.
Qui, inizia un lungo cammino di formazione, dedicandosi allo studio con passione della fisarmonica, suonando ed esercitandosi anche per otto ore al giorno. Con il passare del tempo, oltre all'attività di fiorente musicista, intraprende l'attività di compositore, diventando, a soli 17 anni, un artista di grande spessore conosciuto in tutto il territorio dell'Umbria.
Le sue doti spaziavano dalla musica classica, alla musica leggera, passando per il jazz.
Durante la sua breve carriera, mette a punto alcune migliorie tecniche per il suo strumento, migliorie che saranno poi destinate ad essere impiegate nell'industria moderna.
Negli anni Luciano Fancelli si afferma e vince numerosi concorsi, ottenendo la guida di alcune rubriche alla rai.
Raggiunge il culmine negli anni 50, tra concerti, composizioni e programmi radio. Purtroppo però, proprio all'apice della vita, si ammala gravemente e la malattia lo porta via in giovanissima età.
A soli 24 anni si spegne un grande talento umbro, che sicuramente avrebbe avuto ancora tanto da dare al mondo della musica e non solo. -
Perugia - 08/04/2016
Perugina avanti tutt...
Perugina avanti tutta!
E' di ieri la notizia del raggiungimento dell'accordo che prevede 60 milioni di euro stanziati per il rilancio dell'azienda simbolo dell'Umbria. E' un risultato importante non solo per la salvaguardia dei livelli occupazionali, ma soprattutto per le sorti del cioccolato e del bacio Perugina, tanto amato in tutto il mondo. Per una larga, se non addirittura larghissima, fetta di estimatori che ben conosce le origini e la storia dell'impresa fondata da Buitoni e da Luisa Spagnoli, esiste una seppur minima compagine che nulla sa circa tutto ciò.
Proviamo allora brevemente a ripercorrere le tappe che hanno portato alla nascita del colosso del cioccolato made in Italy.
Con un capitale di 100.000 lire, nel novembre 1907 una giovane Luisa Sargentini, con l'aiuto del marito Annibale Spagnoli e del socio Francesco Buitoni, amplia un laboratorio artigianale trasformandolo nella “Società Perugina per la Fabbricazione dei Confetti”. Luisa comprende sin da subito le potenzialità della lavorazione artigianale e sperimenta la sua sete di apprendere fino ad imparare, come poche fino ad allora, la lavorazione del cioccolato. La grande professionalità della Spagnoli, unita al grande fiuto per gli affari di Giovanni Buitoni portano l'azienda ad altissime vette.
A Perugia come in tutta l'Umbria non si parla d'altro: la Perugina da lavoro a migliaia di operai e, durante la grande guerra, coccola e protegge le mogli dei soldati al fronte, dando loro rifugio e assistenza per i propri figli. Una grande famiglia quella voluta da Luisa, che della fabbrica fa la propria casa, la cura e la ama profondamente, le concede tempo e dedizione come una mamma con il proprio piccolo. Cresce la Perugina ed incontra il favore degli amanti della dolcezza, toccando il suo massimo storico con l'idea delle idee. E' ancora una volta il genio della fondatrice a sbancare il botteghino: nell'intimità del proprio laboratorio prende vita il cioccolatino con la nocciola in cima. Dapprima cazzotto, poi rinominato bacio, sarà quello che consacrerà la piccola azienda nell'olimpo dell'industria mondiale. Da qui un escalation di successi, e un crescendo di amore ed attaccamento degli abitanti della città ormai famosa per il suo cioccolato.Non solo un posto di lavoro dunque, ma un vero e proprio pezzo di cuore a cui nessuno e disposto a rinunciare.
Dopo questa buona notizia, speriamo che questo non debba mai accadere. -
Perugia - 06/04/2016
Il prete del Rio Fer...
Il prete del Rio Fergia
Ci ha lasciati nella notte Don Francesco Pascolini, bandiera della battaglia per difendere le acque del Rio Fergia.
Era solito richiamare i fedeli suonando le campane della sua chiesa di Boschetto, per far si che questi potessero unirsi alla pacifica lotta contro chi osava prendere l'acqua dalle sorgenti del fiume. Simbolo di un'intera comunità, 74 anni a servizio della gente, sempre accompagnato dalla grande fede, sua unica e sola compagna. Solo domenica scorsa aveva festeggiato, seppur costretto a letto dalla lunga malattia, i 50 anni di sacerdozio. Tutti sono stati invitati, dalle persone che nella vita ha amato e servito, passando per le istituzioni fino ad arrivare alle associazioni.
Non ha mai nascosto o abbandonato la sua passione per lo sport Don Francesco, che per anni è stato l'emblema e perché no, un po' il portafortuna del Gualdo Basket di cui è stato finanche dirigente, oltre ad essere stato anche portaiolo doc nel mondo dei Giochi delle Porte, orgoglioso ostentatore del fazzolettone di appartenenza della Porta di San Donato.
Uno spirito semplice quello del prete considerato l'anima ed il cuore di Boschetto, che oggi mancherà alla gente che lo vedeva non solo come la guida spirituale del paese, ma anche come l'amico di sempre su cui poter contare. -
Perugia - 06/04/2016
Ciao Bruno.
Ha lasc...Ciao Bruno.
Ha lasciato sgomento ed incredulità la scomparsa prematura di Bruno Biagiotti, noto imprenditore molto conosciuto nell'ambiente perugino e non solo.
Una grave perdita per il settore e per l'intera Confcommercio, che vedeva in lui una figura d'orgoglio professionale ma soprattutto dalle immense doti umane. Ex consigliere provinciale e presidente regionale del collegio degli agenti immobiliari, unanimemente apprezzato per la grande onestà intellettuale e per le sue molteplici qualità. Una vita trascorsa nella terra verde, dove ha concluso gli studi e ha iniziato a costruire quella che oggi è considerata una grande carriera nel campo dell'imprenditoria.
Coltiva la sua passione per la politica fin da giovanissimo con la presidenza provinciale della Giovane Italia e successivamente del Fronte della gioventù dove viene nominato dirigente nazionale direttamente da Giorgio Almirante. Un cammino tutto in discesa, che lo vede arrivare alla vice presidenza del Consiglio della Provincia di Perugia. Conosciuto anche per la voglia di promozione della vita associativa in città, nonché per la disponibilità verso i colleghi imprenditori, a cui offriva la sua energia e il suo impegno concreto, nell'interesse di tutti.
Verrà ricordato anche per l'impegno profuso nell'ambiente universitario, ideatore e promotore dell’accordo con Università degli Studi di Perugia e Comune di Perugia per aiutare gli studenti nella ricerca di alloggi certificati e garantiti. Non conosceva colore politico, ma solo responsabilità ed equilibrio, sorrisi ed ideali.
L'intera comunità si stringe attorno alla famiglia, perché come lei anche Perugia perde oggi un punto di riferimento. -
Perugia - 05/04/2016
Un genio tutto itali...
Un genio tutto italiano.
Maggiore del Genio della Regia Aeronautica e Medaglia d’Argento al Valor Militare, Antonio Ferri è una grande figura per la città di Norcia che gli ha dato i natali.
Le sue indiscusse abilità intellettive lo portano a conseguire, presso l'università di Roma, la laurea in ingegneria industriale a soli 23 anni. Da quel momento in poi è un'escalation di successi: l'abilitazione alla professione, seguita dalla laurea in ingegneria aeronautica, fino ad arrivare all'abilitazione all'insegnamento.
Non volle fermarsi qui Ferri e così decise di tentare il concorso nella Regia Aeronautica. Lo vinse e gli fu assegnato il grado di Tenente del Genio, che gli diede la possibilità di circondarsi di impianti e attrezzature all’avanguardia per le ricerche nel campo dell’aerodinamica, radioelettricità, motoristica, strutture degli aerei e medicina aeronautica. Il prestigio internazionale arrivò con la progettazione e realizzazione della prima galleria del vento supersonica. Fu anche per questo che, a soli 26 anni, ricevette, alla presenza di Vittorio Emanuele III, il premio dell’Accademia d’Italia per la scienza.
Orgoglio della terra umbra, fu il presidente degli Stati Uniti in persona ad invitarlo a trasferirsi in America, dove ottenne i finanziamenti necessari per portare avanti i suoi esperimenti, avviando anche ricerche in una nuova branca, la termo-fluidodinamica, che ha permesso il volo spaziale.
Questo gli valse ben dieci alte onorificenze e la cattedra all'università di New York. Una vita di successi quella di Antonio Ferri, finita improvvisamente all'età di 63 anni, nella sua casa di Long Island. E' grazie ai suoi progetti, di grande attualità, che l'aviazione commerciale avrà la possibilità di utilizzare nuovi velivoli in grado di percorrere lunghe distanze a velocità ipersoniche.
Unanime il pensiero che si rattrista per la scomparsa di un grande uomo e professionista, che sicuramente avrebbe avuto ancora tanto da dare al mondo intero. -
Perugia - 04/04/2016
Ricorre oggi l'anniv...
Ricorre oggi l'anniversario di un personaggio molto noto alla città di Gubbio.
Moriva infatti il 4 aprile 1693 Giovanni Francesco Lazzarelli, abate, giurista e poeta italiano. Deve la sua fama alla realizzazione della "Cicceide", opera letteraria che raccoglie numerosi sonetti.
A Perugia trascorse la giovinezza, nel Collegio della Sapienza, dove si laurea in diritto. Dopo una breve esperienza a seguito del clero romano, fa ritorno in terra umbra, dove riceve il canonicato della cattedrale di Gubbio. Qui conobbe e sposò una giovane donna dalla quale ebbe cinque figli.
Ricoprì cariche importanti come quella di potestà nella città di Urbino e di segretario di giustizia nella città di Pesaro, fino ad arrivare a ricoprire il ruolo di luogotenente generale criminale dell'Umbria. Dopo la morte della moglie fu trasferito a Bologna, dapprima come membro della magistratura e successivamente come podestà. Oltre alle cariche istituzionali, Lazzarelli aveva un'altra grande passione: la poesia.
I suoi versi, che già circolavano raccolti sotto il titolo di Cicceide, erano stati stampati per iniziativa di un prete di Lucca.
Data la natura scabrosa di quei componimenti, Lazzarelli cercò in tutti i modi di impedirne la circolazione, ma inutilmente.
Così, rivisitò l'intera opera e la pubblicò col nome di "Cicceide Legittima", che oggi rappresenta uno dei simboli della poesia lirico-satirica a stampo burlesco ed erotico del seicento.