Le nostre più sentite condoglianze.
GianAndrea Barnaba e f...
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Perugia - 18/03/2016
"La sconfitta politi...
"La sconfitta politica del terrorismo passa attraverso scelte coraggiose".
Più che d'attualità la frase di Walter Tobagi, che aveva solo 33 anni quando, un commando di terroristi, poi identificatesi con le Brigate Rosse, lo colpì a morte il 28 maggio 1980. Sono cinque i colpi di pistola che tolsero la vita allo scrittore che oggi avrebbe compiuto 69 anni.
Penna di grande orgoglio umbro, Walter Tobagi nasce a Spoleto e già giovanissimo, trasferitosi vicino Milano, inizia ad interessarsi e ad intraprendere la carriera di giornalista dapprima nel quotidiano “Avanti!” e successivamente nel quotidiano “Avvenire”, dove sviluppa la passione per la trattazione di temi di interesse sociale, focalizzando la sua attenzione, anche in relazione al suo parallelo lavoro nell'ambito universitario, su questioni di politica e diritto sindacale. La sua carriera evolve con il passaggio al “Corriere della Sera”, terreno di fioritura di inchieste importanti durante gli anni di piombo. Era proprio alle BR che s'interessò negli ultimi periodi della sua giovane vita, denunciando a gran voce la pericolosità del radicamento dell'ideologia all'interno dei luoghi di lavoro. Una vita sospesa tra la passione per il suo mestiere, che svolgeva con estrema dignità e coraggio, e la famiglia, in apprensione per la sorte del loro caro.
E' del Natale 1978 la lettera che Tobagi scrive alla moglie Stella. Quella stessa lettera, sfogliata oggi, genera estrema commozione ma anche rabbia, per un mondo in cui le epoche sembrano destinate a ripetersi.
"...al lavoro affannoso di questi mesi va data una ragione, che io avverto molto forte: è la ragione di una persona che si sente intellettualmente onesta, libera e indipendente e cerca di capire perché si è arrivati a questo punto di lacerazione sociale, di disprezzo dei valori umani per contribuire a quella ricerca ideologica che mi pare preliminare per qualsiasi mutamento, miglioramento nei comportamenti collettivi". -
Perugia - 16/03/2016
Addio a Giuseppe Spa...
Addio a Giuseppe Spazzoni.
E' stato lo sponsor del Perugia calcio Giuseppe Spazzoni, imprenditore tuderte venuto a mancare nelle scorse ore all'età di 87 anni.
La scomparsa ha suscitato forte cordoglio in tutta la cittadinanza, nonché nelle istituzioni locali, fino ad arrivare alla presidente della Regione Catiuscia Marini, che ricorda l'uomo come appassionato di sport, ma anche egregio rappresentante dell'imprenditoria agricola e cerealicola del territorio umbro.
Punto di riferimento per le piccole e medie imprese che lo consideravano come una guida lungimirante, ricco di idee e capace di rivalutare la realtà dell'Umbria intera, così come ha fatto per l'economia della cittadina di Todi.
Forte lavoratore con un'unica grande passione: il calcio.
La grande passione sportiva lo porta a sostenere generosamente dapprima la società di calcio del Todi e successivamente anche quella del Perugia.
Ha contribuito in maniera significativa alla crescita del calcio umbro e nazionale, arrivando a ricoprire anche la carica di dirigente del club biancorosso vivendo così in prima persona i successi della primavera del Perugia nelle stagioni ’95-’96 e ’97-’98.
E' dunque una grande perdita per tutta la comunità tuderte, a cui mancherà il suo carisma e la sua voglia di vivere. -
Perugia - 16/03/2016
Il Gandhi Italiano...
Il Gandhi Italiano
E' ufficiale! Perugia conquista un'importante fetta del patrimonio culturale nazionale. E' stata firmata la convenzione che garantisce il comodato d'uso gratuito della biblioteca personale del grande Aldo Capitini, punto di riferimento per tutta la comunità umbra.
Il ricco e prezioso patrimonio letterario del filosofo perugino contiene testi letterari preziosi ed introvabili, che vanno assolutamente protetti e salvaguardati.
Capitini è considerato uno degli uomini più influenti e rappresentativi della storia della città.Emblema dei diritti umanitari di stampo cristiano, fu tra i primi ad appoggiare la teoria gandhiana della non violenza, tanto da essere considerato il Gandhi italiano.
Dietro gli spessi occhiali e l'aspetto austero si nascondeva in realtà uno spirito sempre giovane, aperto al cambiamento ed in perenne ricerca esistenziale. Convinto antifascista, estremo difensore del concetto di obiezione di coscienza, portatore di valori come democrazia diretta, pacifismo e libertà religiosa, fu uno dei primi ad organizzare, quando ancora non erano la prassi, le Marce per la Pace. A Perugia promuove i Centri di Orientamento Sociale, il Movimento di Religione, il Centro di coordinamento internazionale per la Nonviolenza, la Consulta Italiana per la Pace, da sempre al centro del pensiero del filosofo.
“Perché questa persuasione interiore diventi consapevole e largamente diffusa, è necessario lavorare”, queste le sue parole.
Perseguire la strada di Capitini è un arduo compito, soprattutto in questo mondo, ma è lo stesso uomo a lasciare in eredità il giusto metodo: “qualità di coraggio, tenacia, sacrificio e di non perdere mai l’amore”. -
Perugia - 15/03/2016
Arrivederci Emma!...
Arrivederci Emma!
Non solo umani in servizio nel reparto di soccorso alpino e speleologico dell'Umbria. Con il suo brevetto in superficie e in qualità di tecnico dell'unità cinofila, Emma era un punto di riferimento per tutta la squadra. Ha lasciato per sempre i suoi colleghi, umani e canini, per colpa di una malattia che le ha impedito di continuare a seguire tracce e salvare vite.
Il legame profondo che si sviluppa con l'amico ed in questo caso il compagno di lavoro a quattro zampe è una cosa che difficilmente si può comprendere e oggi si lascia parlare solo il silenzio, muto ricordo di quegli occhi a volte più espressivi di mille discorsi.
Il lungo addestramento a cui uomini ed animali devono sottoporsi per accedere al corpo speciale, acuisce l'unione con chi divide con te questo viaggio e quando si tratta di un amico a quattro zampe, fedele ed attento come Emma, va da se che il vincolo può diventare indissolubile. Il binomio inscindibile si sviluppa per mezzo della regola secondo la quale il conduttore può lavorare solo con il suo cane così come quest'ultimo può lavorare solo con il proprio conduttore. I continui allenamenti di “conduzione” hanno cementificato la stretta connessione tra Emma ed il suo amico umano, fino a renderli una cosa sola. Lungo questo percorso si diventa fratelli, si affrontano gioie e dolori, ma soprattutto si resta uniti, coccolati da quel sodalizio che si crede non possa finire mai.
Purtroppo non è stato così per Emma, strappata all'affetto della sua famiglia adottiva da un male che non lascia scampo.
Questo è il momento del dolore, ma anche della certezza che quel musino simpatico resterà per sempre nel cuore di chi l'ha conosciuta ed amata, così come in quello delle persone a cui ha salvato la vita. -
Perugia - 15/03/2016
Umbro Battaglini.
E...Umbro Battaglini.
Era il 15 marzo del 2007 quando, all'età di 78 anni, scomparve lo scultore Umbro Battaglini, considerato uno dei più grandi esponenti del '900 in Umbria.
Folignate di nascita, è ancora studente all'Accademia delle Belle Arti di Firenze quando per la prima volta le sue sculture vengono segnalate all'interno di una mostra, dando inizio a quella che sarà una lunga carriera. Dopo il diploma si trasferisce nella terra natale, dove numerosissimi sono i premi che conquista con la sua arte nel lavorare soprattutto il gesso.
Una delle sue opere più famosa è sicuramente la realizzazione dei due grandi pannelli in bassorilievo ammirabili nel cimitero monumentale del Verano, ai lati della galleria d'ingresso del Mausoleo dell'Aeronautica militare. Nonostante ciò, la rappresentazione più alta della sua carriera, almeno per la fazione Umbra dei suoi estimatori, rimane senza dubbio l'esecuzione delle tre porte in rame e bronzo progettate per il duomo di Bastia Umbra ed installate nel 1958, insieme ad un'edicola votiva per la città di Foligno.Dalla seconda metà degli anni '50 inizia un'evoluzione della sua arte, che lo vede usare il ferro in tutte le sue forme: barra, lamiera, tondino, anche in unione con gesso e cemento. Sono proprio di questo periodo le famose sculture “Insidia” in ferro e cemento e “Carillon” in lamiera di ferro.
Il suo attaccamento alla terra verde dell'Umbria si evince anche dalle sue numerose partecipazioni al “Festival dei Due Mondi” di Spoleto, ed è proprio qui che apre, nell'antica officina di un fabbro, la galleria d'arte “L'Aquilone”. A seguito di un'esercitazione didattica, viene creata “Forme in evoluzione nello spazio”, scultura d'acciaio usata come simbolo dall'Istituto d'Arte di Terni.
La base dell'opera è costituita da un basamento circolare che emerge dal pavimento e fa da seduta, la cui funzione primaria, anche grazie alla forma rotondeggiante, è quella di essere vissuta come punto d'aggregazione per chi, fermandosi ad osservare il lavoro possa, in memoria di Umbro Battaglini, condividere l'amore per l'arte e non solo. -
Perugia - 13/03/2016
La riscoperta dell'A...
La riscoperta dell'Accademia del disegno.
Il programma delle iniziative de “il marzo della donna”, iniziato i primi giorni del mese e promosso dal Comune di Marsciano, prosegue oggi con la celebrazione dell'artista Giuseppina Anselmi Faina, pittrice alla corte dei Savoia e diplomata onoris causa all'Accademia delle Belle Arti di Perugia. L'evento è importante, oltre che per l'omaggio fatto ad una delle grandi personalità femminili che hanno calcato la terra umbra, anche per il risalto conferito ad una delle istituzioni più rappresentative della città.
Chi non ha passeggiato almeno una volta sul famoso Corso Vannucci?
Forse però non tutti sanno che è proprio al protagonista Pietro Vannucci, noto come “Perugino”, che si deve la fondazione dell'ABA, in origine Accademia del Disegno, una tra le più antiche d'Italia. Risale addirittura al Cinquecento ed è la seconda ad essere nata nella Penisola, preceduta solo da quella di Firenze.
“Una vertuosa schiera di pittori et architetti”, con l'accordo di frequentarsi con regolarità per “discorrere dell’eccellenza del dissegno, acciò poi agevolmente si potessi venire in cognitione della Pittura, Scultura, Architettura, Prospettiva, Fortificationi et le altre parti tutte che si tira dietro il Dissegno”. Questo quanto attestato dal manoscritto intitolato “Principio dell'Accademia del Dissegno”, conservato nella Biblioteca Augusta.
Sono molti i giovani che da tutta Italia si recano a Perugia per frequentare l'antico e prestigioso istituto, che offre oggi una variegata eterogeneità di corsi ed un museo, contenente esempi d'arte antica e moderna. Diversi gli indirizzi proposti da un'Accademia che torna oggi ai fasti di un tempo, anche grazie alle iniziative promosse dal Comune per abbracciare un grande bacino che comprende curiosi o grandi estimatori.
Illustri maestri e validi frequentatori si sono fermati a chiacchierare sul verde prato di San Francesco, scambiandosi idee innovative e rivoluzionarie, perché si sa, l'Arte è un continuo evolversi che non conosce tempo. -
Perugia - 11/03/2016
Ciao Fiorino!
Se ne...Ciao Fiorino!
Se ne andava lo scorso anno, tra la commozione di parenti ed amici del Dottor Ferdinando Castellani, conosciuto e soprannominato Fiorino dagli amici e dai compagni di avventura, nonché dai colleghi dell'ACLI, associazioni cristiane lavoratori italiani, di cui è stato Presidente.
Aveva ottantotto anni Fiorino, vissuti intensamente tra la medicina ed il volontariato, con l'entusiasmo di un ragazzino e la gentilezza che l'ha reso amico e fratello di tutti gli abitanti di Fossato di Vico.
E' ancora viva la stima e la gratitudine per essersi fatto promotore della nascita e dello sviluppo delle ACLI sul territorio umbro, nonché emblema del cattolicesimo sociale e democratico della zona.
Per oltre dieci anni sindaco del comune di Fossato di Vico, eletto nelle liste della Democrazia Cristiana, mosso da un grande impegno politico, sociale, religioso e politico che lo vede prodigo e disponibile all'organizzazione delle associazioni cattoliche, fino a diventare Vice Presidente Nazionale dell'ACLI di Roma.
Il suo grande amore per la terra natale lo porta, sebbene costretto ad emigrare a Roma per ragioni di lavoro, a fare il pendolare pur di mantenere quel contatto contatto con gli elettori che ha da sempre contraddistinto il suo mandato politico.
Stimato convegnista a livello nazionale, uomo di indiscusso carisma, il suo grande fiore all'occhiello resta uno solo: la famiglia.
Padre attento e marito premuroso, figura di riferimento per i cinque figli e per la moglie Giuliana a cui oggi, ad un anno esatto dalla scomparsa, va un caloroso abbraccio. -
Perugia - 11/03/2016
Basta un poco di zuc...
Basta un poco di zucchero!
Pasqua si avvicina, e come tutte le feste religiose porta con se una magica atmosfera, evocativa di profumi e ricordi che albergano la mente di grandi e piccini e in Umbria, come in tutte le regioni d'Italia, non può mancare la tradizione gastronomica che accompagna il periodo pasquale.
Ma si, lo sappiamo tutti di cosa si parla!
Quando il Perugino dice Pasqua, vuol dire Ciaramicola.
Aspetto di una ciambella, con la pasta a forma di croce al centro, di colore rosso con glassa bianca e confettini colorati di copertura.
Tutti ne hanno assaggiato la bontà almeno una volta, magari a casa della nonna, ma quanti ne conoscono l'origine e la storia?
Tradizione, passione e festa, tutte unite da un soffice impasto. La sua nascita si deve alla volontà di celebrare un inno alla città di Perugia, perfettamente e completamente raffigurata all'interno del dolce dai colori vivaci. I cinque rioni di Porta Sole, Porta Sant’Angelo, Porta Susanna, Porta Eburnea e Porta S. Pietro, sono rappresentati dai cinque rigonfiamenti che ne annunciano una sesta al centro, collegata a queste da piccoli corridoi.
E' evidente il rimando alla Piazza Grande, sulla quale svetta la Fontana Maggiore, simbolo della città. Gli stessi colori che compaiono sulla torta sono da riferirsi ai rioni e allo stemma della città umbra. Rossa all’interno grazie all'alchermes, coperta di glassa bianca con la chiara d’uovo montata a neve all’esterno e impreziosita da minuscole gemme verdi, gialle e blu.
“Rosso come il rione di Porta S. Angelo dalla cui porta entrava la legna per i fuochi. Bianco come il rione di Porta Sole dove l’astro si specchiava tra i marmi e i travertini della Terra Vecchia. Blu come il rione di Porta Susanna la cui porta conduce all’azzurro del lago perugino lungo la via Trasimena. Verde come il rione di Porta Eburnea teso verso i boschi e le vigne che colmavano la valle ad essa prospiciente. Giallo come il rione di Porta S.Pietro dalla cui porta entrava il biondo grano alimento principe di tutte le tavole.”
Una volta erano le ragazze in età da marito a regalarla ai propri innamorati, ma oggi tutti vogliono gustare sulla propria tavola la tradizione della cucina dolce tipicamente umbra. -
Perugia - 10/03/2016
Era il 10 marzo 1946...
Era il 10 marzo 1946 quando le donne conquistarono il diritto di votare. Si tratta di una data significativa, perché le donne finalmente furono considerate cittadini con pieni diritti al pari degli uomini. Domestiche, contadine, suore, celebrità: tutte andarono alle urne! Da quel primo voto femminile sono passati ben 70 anni, e da quel giorno è iniziato il lungo percorso di emancipazione femminile che tutt'oggi viviamo.
Compiuti i 21 anni di età, le donne di più di mezzo secolo fa sperimentarono l'ebbrezza e l'esperienza del loro primo voto. Ma non fu l'unica conquista, anzi: con il decreto numero 74 del 10 marzo 1946 ottennero anche la possibilità di essere elette se compiuti 25 anni. Acquisirono cioè gli stessi diritti che già gli uomini possedevano da tempo.
Fu l'epilogo di un percorso lungo e tortuoso, le cui fondamenta furono messe nel lontano 1877 da Anna Maria Mozzoni, pioniera del femminismo nostrano, quando presentò in Parlamento la prima petizione a favore del voto femminile.
Nonostante lo scetticismo della vigilia, l'affluenza ai seggi elettorali fu altissima e la partecipazione emotiva di una straordinaria intensità.
Il resto è storia! -
Perugia - 10/03/2016
L'Italia in prima pa...
L'Italia in prima pagina.
Spoleto culla di talenti. Deve proprio essere così, visto che anche oggi siamo a celebrare Piero Belli, scrittore e giornalista italiano a cui proprio la città della Cattedrale di santa Maria Assunta ha dato i natali.
La notorietà arriva subito dopo il primo dopoguerra, conseguentemente alla stesura, durante il Primo Conflitto Mondiale del romanzo “L'ultimo garibaldino”. Successivamente, ricoprì un impiego di lustro presso il “Popolo d'Italia”, rivista fondata dal Duce Benito Mussolini nei primi anni del '900. La grande passione per tutto ciò che accadeva intorno a lui, lo porta a seguire il celebre Gabriele D'annunzio nell'impresa di Fiume, dalla quale rimane colpito ed affascinato, tanto che, nel 1920, volle raccontare in un libro ciò che aveva vissuto durante l'occupazione dei legionari Dannunziani. Il suo modo di dar notizia è così coinvolgente che gli viene affidata un'altra impresa: curò personalmente la corrispondenza dalla nave Italia, in viaggio verso l'America Latina.
La sua penna coinvolgente gli valse la pubblicazione delle epistole nella raccolta intitolata “Al di là dei mari”.
Fu sempre lo scrittore spoletino a raccontare della partecipazione italiana nella guerra d'Etiopia, esperienza raccolta nel volume “Un'orda barbarica al servizio della civiltà. L'agonia del brigantaggio abissino”.
E' specchio dell'Italia che fu, giornalista attento ed abile scrittore, in grado di narrare vicende a carattere storico senza mai perdere il piglio che contraddistingue un buon libro. -
Perugia - 09/03/2016
Se oggi possiamo par...
Se oggi possiamo partecipare al Festival dei Due Mondi di Spoleto lo dobbiamo, oltre che a Gian Carlo Menotti, anche a Thomas Schippers, grande direttore d'orchestra statunitense nato proprio il nove marzo dell'anno 1930.
Protagonista assoluto di memorabili concerti in piazza, nonché Direttore musicale della manifestazione umbra, è illustre simbolo della città, che non perde occasione per onorare al meglio lo straniero innamorato della verde Umbria.
L'incontro con Menotti avvenne quasi per caso, in occasione del fatto che lo stesso Schippers accompagnò un collega dell'epoca ad una audizione. Iniziò da lì una lunga collaborazione che li vide dapprima fianco a fianco nella direzione di diverse opere, fino ad arrivare alla creazione di un dei Festival più famosi d'Europa, che deve il suo nome proprio alla presenza dei due teatri cittadini.
La sua fama divenne mondiale anche grazie all'incarico di direttore del Metropolitan Opera House di New York, oltre che al riconoscimento dei massimi premi in materia musicale.
I Due Mondi debutta nell'estate del 1958 ed è subito successo, fino a divenire, come oggi effettivamente è, motivo d’orgoglio per tutta la Regione.
Nonostante la vita abbia portato il musicista in ogni angolo del mondo, il primo amore non si scorda mai. Le sue ultime volontà lo vollero cremato e le sue ceneri conservate nel D’uomo di Spoleto, dove tuttora riposa, tumulate in un muro che si affaccia sulla piazza, luogo di celebrazione di numerosi concerti conclusivi del Festival, da lui denominata: “la mia piazza”. -
Perugia - 09/03/2016
La Vergine ed il “Sa...
La Vergine ed il “Santo Anello”
Marzo è il mese dell'Annunciazione alla Beata Vergine Maria.
Non tutti sanno che la Cattedrale di San Lorenzo, oltre ad essere una delle mete più visitate dai turisti che soggiornano nella cittadina umbra, è anche custode di un prezioso tesoro.
All'interno della Cappella dell'Anello, protetta da una cancellata in ferro battuto, la pregiata reliquia: l'Anello Nuziale della Madonna, che la stessa avrebbe consegnato all'Apostolo Giovanni prima di morire.
A ben otto metri d'altezza sull'altare, due casseforti, opera dei sapienti orafi perugini, con quattordici serrature, proteggono quello che oramai, per l'intensità della fede popolare, simbolo del matrimonio di Giuseppe e Maria, nonché centro del mistero dell'incarnazione del Figlio di Dio. L’anello è sospeso ad una catenella d’oro, all’interno del reliquiario, a sua volta attaccata ad una corona d’argento dorata con incastonate delle pietre preziose.
Ma chi possiede queste quattordici chiavi?
La risposta non risiede in un unico luogo. Sette chiavi si trovano nel Palazzo Comunale, una nel Nobile Collegio del Cambio, una nel Collegio della Mercanzia e altre quattro vengono custodite dai Canonici della Cattedrale. L'ultima chiave, per sua natura la più importante, viene conservata nelle mani dell'Arcivescovo della città. Il forte legame che Perugia ha con il prezioso oggetto, si manifesta e si rinnova con la “Calata dell'Anello”, in occasione della quale la pietra di quarzo calcedonio viene esposta per celebrare proprio lo sposalizio per eccellenza.
Ci si trova di fronte a ciò che viene considerato un ponte tra laicità e religione che, oltrepassando il solo valore devozionale, giunge ad essere un simbolo con il quale la città intera si identifica.